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Teatro: ReF, 'Trouble' omaggio a Andy Warhol firmato da Gus Van Sant

04 ottobre 2021 | 18.42
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<i>In scena al Teatro Argentina, per il ReF, Trouble lo spettacolo musicale firmato da Gus Van Sant ispirato a Andy Warhol  </i>
In scena al Teatro Argentina, per il ReF, Trouble lo spettacolo musicale firmato da Gus Van Sant ispirato a Andy Warhol

"Ho deciso di cambiare il titolo dello spettacolo per evidenziare il valore di un semplice gesto, come dipingere un oggetto comune, un barattolo di minestra, in grado di sconvolgere il mondo dell’arte per sempre. Così mi piace di più, è una decisione dell’ultimo minuto che mi sembra più stimolante". Così Gus Van Sant racconta il nuovo titolo del suo spettacolo Trouble che il Romaeuropa Festival 2021 presenterà in prima nazionale al Teatro Argentina di Roma dal 7 al 10 ottobre 2021, nell’ambito della XXXVI edizione del festival.

Il pluripremiato regista Gus Van Sant si avventura nella sua prima creazione per il palcoscenico con uno spettacolo di teatro musicale ispirato da Andy Warhol e dalla sua travolgente capacità di trasformare le immagini in icone, raggiungendo lo status di celebrità in tutto il mondo come persona e artista. Un percorso immaginario tra fatti, sogni e ricordi abitato da personaggi che hanno segnato un’intera epoca come l‘attrice Edie Sedgwick, scomparsa prematuramente, lo scrittore nordamericano Truman Capote o il critico d’arte Clement Greenberg.

Ad interpretarli un cast di adolescenti e giovanissimi attori che, nell’assumere età e identità diverse, incarna e si confronta con un pezzo di storia apparentemente lontano ma ancora attuale. In Trouble, la sensibilità e il carisma di Gus Van Sant riaccendono il desiderio di stare insieme e formare un movimento che sia abbastanza forte da cambiare il mondo.

"Mi ha sempre affascinato il breve lasso di tempo durante il quale Warhol passò da creativo pubblicitario ad artista plastico. È avvenuto nel giro di quattro anni, sebbene lui già in precedenza avesse fatto arte 'seria' e negli anni seguenti fossero successe molte cose. Sono stato sempre attratto da quel periodo. E mi attrae anche perché significò una trasformazione dei galleristi di New York, una trasformazione degli atteggiamenti nei confronti dell’arte", afferma il regista.

"Andy fu uno dei primi a credere nel potere della pubblicità. Lui pubblicizzava sè stesso - spiega ancora -Quando lavorava ancora in pubblicità concepì annunci che imprimevano il suo nome nella memoria della gente, faceva regali ai collezionisti, faceva networking, comprava quadri, andava a tutte le mostre… Fu un pioniere dell’autopromozione".

Un processo che ha innescato un cambiamento radicale dei paradigmi dell’arte, generando un dibattito su ciò che era veramente importante nella società americana, sulla commercializzazione degli oggetti artistici, sulla sostituzione della tecnica con la tecnologia e sul potere della riproduzione dell’era industriale ben prima dell’era digitale a cui appartengono i giovani attori e le giovani attrici in scena.

"È una mia prassi girare film anche con attrici e attori che non ne hanno mai girato uno. - prosegue il noto regista - Anche in Mala Noche, Drugstore Cowboy e in My Own Private Ida ho ho coinvolto attori professionisti e non. L’idea di lavorare con attori poco conosciuti è qualcosa a cui sono abituato. Ma i giovani protagonisti dello spettacolo hanno già alle spalle esperienze professionali nel mondo teatrale".

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