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Telecom: apre a Enel su banda larga, Patuano punta su investimenti/Adnkronos

20 maggio 2015 | 20.29
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Lo sviluppo delle infrastrutture in Italia può passare da una collaborazione tra Telecom Italia e Enel. La grande utility, che il Governo ha chiamato in causa per supportare il piano della banda ultralarga in Italia, non è una “minaccia”. Anzi, “non mettere a frutto questa opportunità sarebbe un’occasione sprecata”. Ad aprire nuovi scenari è l’amministratore delegato di Telecom Marco Patuano.

Marco Patuano, ad Telecom Italia  - (Infophoto)
Marco Patuano, ad Telecom Italia - (Infophoto)

di Vittoria Vimercati - Lo sviluppo delle infrastrutture in Italia può passare da una collaborazione tra Telecom Italia e Enel. La grande utility, che il Governo ha chiamato in causa per supportare il piano della banda ultralarga in Italia, non è una “minaccia”. Anzi, “non mettere a frutto questa opportunità sarebbe un’occasione sprecata”. Ad aprire nuovi scenari è l’amministratore delegato di Telecom Marco Patuano durante un’assemblea dei soci che di routinario ha avuto solo i punti all’ordine del giorno.

Il presidente Giuseppe Recchi ha aperto i lavori accusando il Governo Renzi di “superficialità e confusione” nei dettagli di un piano per lo sviluppo della banda larga e di una determinazione che aveva trovato il gruppo inizialmente “entusiasta”. Telecom coglie l’occasione per rilanciare pubblicamente sul suo piano di investimenti (“prevede tre miliardi all’anno”) e, anzi, aumenta il budget degli investimenti sulla fibra per la copertura delle 40 principali città italiane dagli iniziali 500 mln previsti a 650-700 milioni fino al 2017.

Per il futuro, la strategia sarà quella di ridimensionare la gestione del debito rispetto alla componente degli investimenti. “Per troppi anni – ha detto Patuano nel suo discorso iniziale – siamo rimasti prigionieri dell’idea di un debito come priorità aziendale, al punto di subordinarvi tutto il resto”. Ora, le cose possono cambiare. E forse non è un caso che tra una settimana si concretizzerà l’ingresso di Vivendi nel capitale di Telecom. “Se ci sono possibilità di sviluppare servizi insieme” al gruppo di Vincent Bolloré “li valuteremo”, ha sottolineato l’ad.

Oggi, per la prima volta, la Cdp francese (Caisse des Depots et Consignations) ha partecipato all’assemblea, depositando una quota dello 0,6% pari a circa 82 mln di azioni. Assente invece lo storico azionista Marco Fossati che, sceso sotto il 2% tre mesi fa con la sua Findim, considera ormai non strategica la sua partecipazione in Telecom Italia. Il bilancio 2014, tornato all’utile dopo tre anni di rosso, è stato approvato con oltre il 98% dei voti a favore e una percentuale di contrari sotto lo 0,01%: era presente oggi oltre il 57% del capitale.

Inevitabile che durante l’assise si parlasse di Metroweb e del presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Franco Bassanini, le cui parole sul valore ‘sopravvalutato’ della rete in rame dell’ex incumbent sono state segnalate alla Consob dalla società. “Un atto dovuto” perché il suo valore, di 14,9 mld di euro, è ricostruito non dagli advisor di Telecom ma “sulla base di una delibera del consiglio dell’Agcom” ed è “coerente” con le sue tariffe. “Bizzarro – sostiene Patuano – che uno si svegli il mattino e dica che il valore è sbagliato”.

Quanto a Metroweb, il presidente Recchi ha sottolineato che quando si è trattato di valutare l’operazione “l’abbiamo fatto con estrema chiarezza e trasparenza. Fin da subito abbiamo definito le condizioni per un nostro coinvolgimento nel progetto. Non abbiamo – ha precisato - alcuna posizione preconcetta rispetto all’idea di intraprendere un cammino comune con altri soggetti”. Ma questo “deve creare valore per gli azionisti”.

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