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Tendenza travel blogger: e il turismo si fa business online

27 maggio 2019 | 17.45
LETTURA: 7 minuti

Tendenza travel blogger: e il turismo si fa business online

Grosseto, 27 maggio 2019 - Ci sono alcune cose che ci portiamo dietro dagli anni 2000. Non solo ricordi e cellulari indistruttibili, ma anche alcuni prodotti nati su internet. Parliamo, nello specifico, di un fenomeno che, per chi non fosse vissuto in quell'epoca, è ormai una realtà concreta del web mondiale, presente su ogni argomento: i blog. Nonostante esistano per davvero qualsiasi tema – sia esso cucina, politica, lifestyle, decoupage, ricamo e via discorrendo – negli ultimi anni si è diffusa una tendenza davvero unica: il travel blogging. Alcuni potrebbero conoscere il termine già da anni: dopotutto, specie a seguito dell'introduzione dei social media, rendere un viaggio "condivisibile" con altre centinaia o persino migliaia di persone è diventato letteralmente una questione di qualche click. Tuttavia, proprio negli ultimi anni, il travel blogging ha cominciato ad assumere la forma di un business inaspettato, una realizzazione al limite dell'onirico per quelle persone a cui piace viaggiare.

Il boom di seguito è sicuramente dovuto anche al web 2.0: l'utente è prosumer, viene consigliato e consiglia, spende e produce per poi spendere e produrre di nuovo. Le ricerche attorno alle parole chiave "blog viaggi" o "web turismo" sono sulle 3600 mensili, mentre da diversi studi è emerso che gli under 35 si affidano in larghissima parte alle recensioni online per pianificare i propri viaggi e sono molto più inclini a raccontarli in rete.

Come iniziare il travel blogging
Il travel blogger è quindi assimilabile alla figura di influencer dei viaggi. Senza esagerare, chi decide d'iniziare a scrivere dei propri itinerari turistici, finirà in un modo o nell'altro per ispirare qualcun altro nel fare lo stesso viaggio o convincerlo a muoversi verso un'altra meta, secondo ciò che leggerà. Ma cosa serve, effettivamente, per diventare travel blogger?
Innanzitutto, sfatiamo il primo mito, ancora prima d'iniziare: non serve viaggiare costantemente. Spesso, si ha quest'idea del travel blogger, come di una persona che gira perennemente la terra in stile Pechino Express e vive al limite del brivido ogni giorno. Non è necessario.
Un travel blogger è una persona che, semplicemente, racconta delle proprie escursioni, che siano un posto turistico vicino alla propria casa, magari poco conosciuto, o che sia il viaggio dall'altra parte del mondo fra tuktuk e vita notturna.
Il concetto del "posso parlare solo di quello che è fighissimo o a nessuno interessa" non ha molto senso. Altrimenti, le uniche attività in commercio sarebbero quelle che ci propongono proposte culinarie gourmet e vestiario proveniente da idee del 2200. Basta saperne parlare, perché un viaggio diventi un'esperienza, non importa che sia low cost, avventura nel deserto, gita in solitaria alla riserva naturalistica, o il lussuoso soggiorno aziendale. Bisogna solo trovare sé stessi e la coerenza con il raccontare farà il resto.
I primi passi da muovere sono sicuramente quelli relativi alle conoscenze web. SEO, SEM, CRO... alcune di queste sono seriamente indispensabili per apparire fra i primi risultati di Google e ottenere traffico e letture (o visualizzazioni).
Il senso di community, specie con i social media in gioco, è un aspetto fondamentale del successo di un travel blogger. La vicinanza emotiva con i lettori, la curiosità instillata attraverso tecniche di "hype-building" per qualche passaggio emozionante del viaggio o semplicemente qualche foto più impressionante, o magari solo quella parte scritta della gita dove avete trovato un nido di upupe a terra e l'avete risistemato al suo posto. Come già detto, non importa solo di quello che scriverete, ma sarà davvero il come e con chi lo farete.
Ovviamente, la parte tecnica è ben meno romantica: plugin (nel caso di Wordpress o simili), analisi con Google Analytics per capire la frequenza di rimbalzo, la provenienza delle visite, la costanza delle stesse.
Ancora più tecnica, ma probabilmente relativa soprattutto all'esperienza, è capire soprattutto cosa cerca chi visita il vostro blog. Sicuramente, sarà emozionante parlare del viaggio a Bali, anche se solitamente parlate di parchi naturalistici e fauna selvatica... ma ha senso spostare tutta l'attenzione solo sul viaggio all'estero? Anche lì, dovrete rimanere coerenti e rendere più la parte naturalistica del vostro viaggio, magari facendo solo piccole digressioni su altre cose.
Ovviamente, ogni blog ha le sue regole, che si consolidano col tempo: persino questo aneddoto potrebbe risultare poco attuabile in alcuni casi ma, generalmente, se il pubblico cerca una cosa, può accogliere l'eccezione, purché sia davvero tale.
Prendere spunto è certamente un modo più semplice di capire certi meccanismi, a patto non vi riduciate a copiare.
I social network più efficaci in questo settore, inoltre, sono sicuramente Facebook e Instagram. Specialmente il secondo è estremamente fruttuoso per un travel blogger in quanto può condividere in tempo reale le foto scattate sul momento, con hashtag azzeccati – i quali spesso rappresentano il successo o il fallimento della vostra foto – e stories istantanee, coprendo così ogni parte di feed dei propri followers.
Nel caso di blog costruiti nella speranza di un guadagno pubblicitario – sia esso basato su banner o affiliazioni con hotel o aziende turistiche –, invece, l'effettiva portata dei vostri post e la costanza dei follower faranno sì che il riscontro sia concreto.

Quali travel blogger seguire?
Giustamente, se bisogna ispirarsi, tanto vale ispirarsi ai migliori. Dopotutto c'è davvero tanto da imparare, specie perché non c'è mai un solo modo o una sola cosa che possa funzionare, ma è solitamente una fusione di tanti elementi ad avere la meglio.
Si può scegliere sia travel blogger stranieri o nostrani, alla fine il lavoro è lo stesso e quello che al massimo può cambiare, oltre la lingua, potrebbe essere avere più o meno "risorse" a cui attingere quando si parla di qualcosa di locale come un evento particolarmente turistico, folkloristico, o magari di qualche struttura particolare. L'esperienza porta con sé la capacità di parlare in maniera "neutra", senza risultare troppo positivi o troppo negativi, portando il focus su diversi punti e non soltanto su quello che a vostro avviso vi ha spinti a parlare sul vostro blog di quello specifico argomento.
Uno dei blogger forse più "inspiring" è sicuramente Nomadic Matt, un ragazzo comune: ha finito il college e trovato un lavoro. Nel 2004 ha fatto il suo primo viaggio sfruttando due settimane di ferie e da lì è partito tutto. Oggi ha un best seller chiamato "How to Travel the World on $50 a Day", ha visitato più di 80 paesi, ha vissuto esperienze magnifiche e ha ancora davanti tanto da fare.
Altrimenti, per i più romantici, un'ispirazione potrebbe essere Dorian Pellumbi, il quale, con atmosfere oniriche e colori "hazy", riesce a raccontare i propri viaggi come se avvenissero in una dimensione parallela, fuori dal comune.
Per i più "chic" potrebbero esserci molte ispirazioni, da Federica Nardo a The Blonde Abroad, i cui racconti mischiano la moda con il viaggio, dando la sensazione di esperienze sì lussuose, ma vissute con lo spirito d'avventura tipico del viaggio.
Infine, arriviamo a quel tipo di travel blogger che forse affascina più di tutti: il family traveller. Parliamo, letteralmente, di famiglie in viaggio, come possono essere The Miljian, o gli italianissimi di famigliainfuga.com, entrambi esempi di family-travel: qui, il viaggio diventa un'esperienza di amore, segnante, formante per i figli e per i genitori; i consigli assumono spesso quel tono di affetto genitoriale scaturito da riflessioni e specificità possibili da vivere solo con la responsabilità dei figli al seguito.
Su questa categoria bisogna fare un attimo un focus, in quanto è la più recente in assoluto e possibilmente quella da cui è possibile trarre più spunti per il proprio blog: solitamente, vengono raccontati diversi punti di vista ed è facile immedesimarsi nei racconti di questo o quel componente familiare; forse involontariamente, tendono quindi a essere una risorsa polivalente per chi ancora non sa come vorrebbe o dovrebbe affrontare i propri racconti e su cosa dovrebbe soffermarsi.

In conclusione
Sicuramente, la tendenza al travel blogging non è casuale. Il low cost, i social network e il mondo in cui viviamo spingono molto a viaggiare e vivere esperienze. Se la vostra passione è raccontare agli altri ciò che vivete, spingerli ad affrontare viaggi e sfide così come avete fatto voi, o semplicemente far apprezzare a più persone possibili le bellezze che incontrate durante la vita... be', il travel blogging vi aspetta, con i suoi ostacoli e con le sue soddisfazioni.

Per informazioni:
Famigliainfuga.com è un blog di viaggio che racconta la passione di Michele Valente, della moglie Chiara e dei due giovani figli Alessia e Gabriele: compatibilmente con gli impegni quotidiani tipici di ogni famiglia in viaggio, il blog raccoglie racconti di viaggi, curiosità e consigli con un focus sul viaggio in famiglia. Non mancano consigli sui viaggi con al seguito gli amici a 4 zampe.

Facebook: https://www.facebook.com/famigliainfuga/
Instagram: https://www.instagram.com/famigliainfuga/
Email: info@famigliainfuga.com

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