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Tensione altissima in Venezuela: si insedia la Costituente

04 agosto 2017 | 09.34
LETTURA: 3 minuti

(Bloomberg photo /Carlos Becerra) - Bloomberg
(Bloomberg photo /Carlos Becerra) - Bloomberg

E' in programma oggi, salvo ulteriori imprevisti dopo lo slittamento di un giorno, l'insediamento della contestata Assemblea Costituente venezuelana, eletta domenica scorsa per volere del presidente Nicolas Maduro. Un organismo fortemente contestato sin dall'inizio dall'opposizione con manifestazioni e scontri di piazza che hanno causato circa 120 morti, e non riconosciuto dalla maggioranza dei Paesi della Comunità internazionale. La giornata di oggi si prospetta ad altissima tensione, dal momento che anche l'opposizione ha posticipato di un giorno (da giovedì a venerdì) le manifestazioni di protesta, in modo da farle coincidere con l'insediamento dell'Assemblea.

L'assemblea Costituente, composta da 545 membri, tra i quali figurano anche la moglie e il figlio del presidente, avrà ampi poteri, oltre quello di riscrivere la Magna carta del paese. Potrà sciogliere il Parlamento oggi appannaggio dell'opposizione, modificare le leggi in vigore, e intervenire sulla magistratura.

Sulla nuova Costituente pende inoltre una richiesta della procura generale che - dopo aver aperto un'indagine sulla 'manipolazione' dei risultati elettorali, denunciata dalla Smartmatic, società che da oltre un decennio è responsabile del supporto logistico per le elezioni - ha ora chiesto a un tribunale di Caracas l'annullamento dell'insediamento dell'organismo.

Intanto, il governo di Washington ha reso noto che non riconoscerà l'Assemblea, in quanto "prodotto illegittimo di un processo scorretto messo in moto dalla dittatura di Maduro, con lo scopo di attaccare la democrazia."

"Il processo è stato truccato dall'inizio, dal modo irregolare in cui le elezioni sono state indette fino al rifiuto, da parte del governo, di permettere agli elettori di opporsi alla modifica della costituzione", ha affermato la portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Heather Nauert. "In un paese che già soffriva di malnutrizione, il regime ha minacciato che chi non avesse votato avrebbe perso l'accesso al cibo, alla pensione e ai benefit lavorativi", ha aggiunto la portavoce.

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