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Turchia, rilasciati 38mila detenuti: serve 'più spazio' per i golpisti arrestati

17 agosto 2016 | 08.39
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Una donna con il giornale 'Ozgur Gundem', chiuso con l'accusa di legami con i militanti Curdi (AFP PHOTO) - (AFP PHOTO)
Una donna con il giornale 'Ozgur Gundem', chiuso con l'accusa di legami con i militanti Curdi (AFP PHOTO) - (AFP PHOTO)

Sono 38mila i detenuti che godranno della ''libertà vigilata'' in base alla riforma introdotta dal governo di Ankara del sistema giudiziario, che prevede il rilascio dei detenuti a cui siano rimasti da scontare due o meno anni. Lo stabilisce un decreto legislativo annunciato oggi via Twitter dal ministro della Giustizia turco, Bekir Bozdag.

La riforma, che permetterà a molti detenuti di lasciare presto il carcere in libertà vigilata, è una risposta delle autorità turche al sovraffollamento degli istituti penitenziari, aggravato dopo la detenzione di circa 10mila persone in relazione al tentato golpe del 15 luglio.

E sono più di duemila i poliziotti rimossi dall'incarico in Turchia con l'accusa di aver avuto un ruolo nel tentativo di colpo di Stato. Lo prevedono due decreti resi attuativi in base alle regole dello stato d'emergenza. Rimossi anche centinaia di membri delle Forze Armate e dell'Ente turco per le tecnologie dell'informazione (Btk) per legami con l'imam Fethullah Gulen, accusato da Ankara di essere la mente del golpe.

I decreti, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, prevedono anche la decisione di chiudere l'autorità turca per le Telecomunicazioni (Tib) e la nomina del capo delle Forze Armate da parte del presidente Recep Tayyip Erdogan.

In base agli ultimi provvedimenti decisi nell'ambito dello stato d'emergenza, entrato in vigore il 21 luglio e per tre mesi, sono 2.360 i poliziotti rimossi, oltre un centinaio il personale militare e 196 i dipendenti del Btk.

Con altri decreti d'emergenza le autorità turche hanno già rimosso migliaia di uomini delle forze armate e ordinato la chiusura di migliaia di scuole private, organizzazioni caritatevoli e altre istituzioni sospettate di avere legami con Gulen. Oltre 35mila sono le persone arrestate dallo scorso 15 luglio.

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