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Terapia per la menopausa? Arrivano le indicazioni per una scelta 'su misura'

03 novembre 2016 | 12.02
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Terapia per la menopausa? Arrivano le indicazioni per una scelta 'su misura'

La menopausa non è una malattia. Ma per questa "condizione fisiologica sono disponibili numerose opzioni terapeutiche per il trattamento dei sintomi, spesso proposte in assenza di prove di efficacia e soprattutto senza una chiara condivisione di rischi e benefici con la donna", afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. E' il caso della terapia ormonale sostitutiva, che meno del 10% delle donne assume.

Per guidare i medici a personalizzare la terapia tenendo conto di preferenze e aspettative di ciascuna donna, la Fondazione Gimbe ha curato la sintesi italiana delle linee guida del britannico Nice (www.evidence.it/menopausa). Ben 8 donne su 10, infatti, soffrono di sintomi peri-menopausali, tra cui vampate di calore e sudorazioni notturne che persistono per circa 4 anni, influenzando negativamente la qualità di vita, spesso in maniera rilevante.

Le linee guida, spiega Gimbe, "sottolineano l'importanza di fornire alle donne informazioni complete, basate sulle evidenze, sui vari aspetti della menopausa: stadi e sintomi comuni, cambiamenti dello stile di vita e interventi che possono migliorare il benessere (smettere di fumare, esercizio fisico e dieta, screening per il tumore della mammella e della cervice uterina), benefici e rischi dei trattamenti ormonali, non ormonali e non farmacologici, contraccezione ed effetti a lungo termine della menopausa, come l'osteoporosi".

"Per il trattamento dei sintomi vasomotori - sottolinea Cartabellotta, entrando nel dettaglio - la linea guida raccomanda di non prescrivere di routine psicofarmaci o clonidina, spiegando alla donna che alcune evidenze supportano l'uso di terapie naturali (isoflavoni, estratti di cimicifuga racemosa), ma le preparazioni sono molto variabili e sono state riportate interazioni con altri farmaci". Rispetto alla terapia sostitutiva ormonale, "la linea guida ne raccomanda la prescrizione solo dopo avere discusso con la donna benefici e rischi sia a breve, sia a lungo termine".

Infatti, se da un lato migliora i sintomi vasomotori, urogenitali muscoloscheletrici, depressivi e le difficoltà sessuali e riveste un ruolo importante nella prevenzione dell’osteoporosi, la terapia sostitutiva ormonale dall'altro si associa a sanguinamenti vaginali, a un aumentato rischio di tromboembolismo venoso e un lieve incremento di ictus (solo per via orale) e di carcinoma della mammella, che tuttavia rientra dopo l'interruzione, elencano gli esperti. Il rischio di malattia coronarica, invece, non si modifica nelle donne trattate con terapia ormonale rispetto a quelle non trattate.

Queste linee guida, "oltre a sintetizzare le migliori evidenze scientifiche per guidare le scelte dei medici - conclude Cartabellotta - rappresentano un'affidabile fonte di informazione per le donne che devono conoscere rischi e benefici delle varie opzioni terapeutiche, così da scegliere consapevolmente un trattamento personalizzato, tenendo conto delle proprio preferenze e aspettative".

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