La famiglia di David Raggi, il 27enne ternano ucciso nel marzo del 2015 da un immigrato marocchino ubriaco che lo accoltellò con lo stelo di un bicchiere, non avrà nessun indennizzo dallo Stato italiano, nell'ambito del fondo di garanzia per le vittime dei crimini intenzionali violenti commessi da nullatenenti.
Il fondo, istituito con una legge approvata pochi giorni fa, in cui è stata recepita una direttiva europea che risale a 12 anni fa, fissa un tetto massimo di reddito di 11.500 euro, ma Raggi, che aveva iniziato a lavorare da circa un anno, percepiva uno stipendio di 13.500 euro. A comunicare che intraprenderà un'azione legale, è stato Massimo Proietti, il legale della famiglia della vittima, che denuncia come "questa norma sia contraria ai principi costituzionali interni ed europei".