"L'Ingv non ha mai detto che le piccole scosse di terremoto impediscono quelle forti". E' il geofisico Enzo Boschi, ex presidente dell'Istituto Nazionale di geofisica e Vulcanologia a ribadirlo, tornando così per la prima volta, in un lungo intervento su ilsaltodirodi.com, sulla sentenza della Corte d'appello dell'Aquila che lo ha visto assolto, insieme agli altri membri della Commissione Grandi rischi che parteciparono alla riunione svoltasi cinque giorni prima del sisma de L'Aquila del 6 aprile 2009.
"Durante la riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009, una settimana prima del terremoto del 6 aprile 2009, tra l’altro -ricorda Boschi- dichiarai che: I periodi di ritorno dei forti terremoti sono dell’ordine di due o tremila anni. Su questa affermazione il Pm ironizzò con asprezza durante la sua requisitoria nel processo di primo grado".
"Tuttavia -spiega il geofisico- è un’affermazione scientificamente e indiscutibilmente corretta. Si riferisce a terremoti di magnitudo 7, come quello disastroso del 1703. Il periodo di ritorno è il tempo che passa fra un terremoto e l’altro sulla stessa struttura sismogenetica". "Si ricordi -sottolinea- che un terremoto di magnitudo 7 è un terremoto fortissimo: è una trentina di volte superiore a uno di magnitudo 6 che è più o meno la magnitudo della scossa del 6 aprile 2009". "Due o tremila anni sono un tempo lunghissimo su scala umana ma breve su scala geologica", ma aggiunge ancora in un altro passaggio del suo intervento, "non si può mai escludere completamente un terremoto tanto grande".