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Terremoto a Favara, sette grillini sfiduciano il loro sindaco

16 settembre 2019 | 19.57
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L'atto d'accusa durissimo in 14 pagine. "Progetto fallito e programma non attuato. Si dimetta". Per i dissidenti del M5s primo cittadino senza maggioranza

Anna Alba, sindaco di Favara
Anna Alba, sindaco di Favara

Una bocciatura senza appello. Terremoto politico a Favara, in provincia di Agrigento, dove undici consiglieri comunali, sette dei quali del Movimento Cinque Stelle, hanno firmato una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco, la pentastellata Anna Alba, eletta a giugno del 2016. Un successo che portò nell'Aula consiliare 14 consiglieri grillini su un totale di 24. Adesso, però, sette dissidenti del M5s chiedono un passo indietro del primo cittadino perché nei tre anni di mandato "i risultati sono sempre stati politicamente deludenti ed affidati spesso a forzature, quali ad esempio il disastroso approdo al dissesto finanziario che, per mancanza di un adeguato intervento dell’Amministrazione attiva, sta dissanguando i cittadini, già stremati da una crisi economica sempre più grave ed inarrestabile".

La mozione di sfiducia, depositata oggi, dovrà essere discussa in Consiglio comunale entro trenta giorni. Ma nel testo lungo 14 pagine i consiglieri ripercorrono un 'rapporto' difficile con "una palese frammentazione" del quadro politico e "la disgregazione dei rapporti" tra il primo cittadino e la sua maggioranza che ha finito con il bloccare "numerosi atti amministrativi, imposti, tra l’altro, da precise disposizioni normative". Un "totale disorientamento politico e amministrativo", che secondo i firmatari del documento, è dimostrato anche dalla raffica di dimissioni registrate nel tempo: quelle del vice sindaco, del capogruppo consiliare di maggioranza, del vice presidente del Consiglio. E ancora il passo indietro di tre assessori su cinque e il passaggio all'opposizione di alcuni consiglieri di maggioranza.

Il dito è puntato sul "fallimento" del progetto politico del M5s, con una Giunta comunale che amministra "senza alcuna linea politica". I pentastellati denunciano la "mancata attuazione del programma elettorale proposto alla città, il mancato coinvolgimento dei consiglieri del movimento nelle scelte politico-amministrative portate avanti dal sindaco e dai suoi fedelissimi, la totale assenza di un confronto con la città e con le parti sociali, la pessima gestione del servizio rifiuti e del servizio idrico, le 'inopportune' nomine nelle società partecipate". In sintesi, per i dissidenti grillini "il sindaco non dispone più di alcuna maggioranza, o quanto meno di una maggioranza stabile e affidabile che gli permetta di governare regolarmente". Una situazione che il rimpasto di giunta e la riassegnazione delle deleghe ha aggravato con "il solo effetto di immobilizzare ancora di più l'attività dell'Amministrazione". Per i firmatari della mozione di sfiducia, il sindaco Alba ha "sostanzialmente disatteso i contenuti del suo programma, peggiorando le condizioni generali del paese e facendolo arretrare in ogni settore amministrativo". Di più. Intere parti del programma elettorale "sono rimaste non attuate o peggio ancora stravolte". "Il suo operato, in questi quasi tre anni, si è caratterizzato per gravi inadempienze ai più elementari dettami di correttezza e buona gestione politico-amministrativa, oltre che per gravi inadempienze programmatiche". L'elenco delle mancanze è lungo dall'attività politico-amministrativa "pesantemente ingessata" alla crescita della soglia di povertà con un paese che "sprofonda sempre di più nella disoccupazione, nella povertà e nella disperazione".

Poi c'è il tema dei rifiuti con la "sporca ovunque e a qualsiasi ora della giornata ed il recente sistema di raccolta dei rifiuti così detto 'porta a porta' realizzato dall’Amministrazione fa sì che spesso i sacchetti restano in bella mostra, con degrado ambientale, pochissimo decoro urbano, esalazioni nocive, pericoli igienico-sanitari". Né va meglio sul fronte dei conti del Comune che sono "ormai al profondo rosso". "Poca trasparenza, manovre discutibili, nessuna programmazione - si legge nella mozione di sfiducia -. Nel campo della spesa l’amministrazione comunale richiede continui aumenti delle entrate vessando i cittadini. Le famiglie non riescono più a sostenere la raffica di tasse loro applicate". Né si è messa in campo "una valida ed efficace lotta all'evasione fiscale e si continua a pagare molto e non tutti". Una raffica di mancanze a cui per i firmatari della mozione si aggiungono anche inadempienze di carattere giuridico. Ecco perché, avendo il primo cittadino "violato ampiamente il 'patto' sottoscritto con gli elettori", le sue dimissioni "appaiono essere un'ipotesi da valutare seriamente per le prospettive future di crescita e rilancio della città".

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