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Terremoto: "Ai Comuni colpiti servono almeno 1000 dipendenti in prestito"

02 novembre 2016 | 12.24
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(Fotogramma)
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"Almeno 200 Comuni" delle zone terremotate hanno bisogno di personale in particolare "amministrativi e tecnici": "Ci vorrebbero almeno 1.000 dipendenti provenienti da altri Comuni". E' quanto afferma all'AdnKronos il sindaco di Siena e delegato alla Protezione civile dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) Bruno Valentini spiegando che i sindaci sono pronti a raccogliere l'sos che viene dalle aree devastate dal sisma ma chiedono al governo di poter superare il blocco degli organici: "Chiediamo di poter sostituire ogni dipendente messo a disposizione di un Comune terremotato con un altro dipendente assunto temporaneamente".

"Almeno 200 Comuni delle zone terremotate hanno bisogno di un'integrazione di personale, dai 2 ai 4 dipendenti a Comune, ciò vuol dire che ci vorrebbero non meno di 1.000 dipendenti provenienti da altre amministrazioni - spiega Valentini - I Comuni sono disponibili a fornire il personale ma chiedono la possibilità di poter sostituire ogni dipendente messo a disposizione di un Comune terremotato con un altro dipendente assunto temporaneamente".

Finora i Comuni che hanno fornito il loro personale sono "centinaia, ma potrebbero essere migliaia". "Se ci muoviamo tutti insieme siamo in grado di fare un sacrificio che non costa troppo: oggi guardiamo all'emergenza, ma da domani va ricostruita la continuità amministrativa - conclude - Se un municipio è collassato non c'è possibilità di ricostruire, non c'è luogo dove possono essere gestite pratiche per la certificazione di agibilità". Servono dipendenti "amministrativi, per le pratiche, e tecnici ad esempio per le verifiche sul posto per l'agibilità degli immobili o per la viabilità".

"La grande maggioranza dei Comuni colpiti sono Comuni di piccole dimensioni, hanno poco personale e, per cultura e organizzazione, si tratta di personale che si occupa di molte cose, non ha una specializzazione come avviene nelle grandi città - sottolinea -. Nella prima fase, città come Milano, Roma, Torino hanno messo a disposizione i propri addetti e la loro attività è stata straordinaria".

Ora nei paesi piccoli colpiti dal sisma c'è bisogno di personale che proviene da Comuni con caratteristiche analoghe e stia "lì per minimo 15 giorni" e sia multisettoriale cioè "in grado di disbrigare pratiche diverse". "Come sindaci siamo disponibili a dare una mano, ma ci vorrebbe una corsia preferenziale per cui, al di là del blocco del personale, sia possibile sostituire i dipendenti che vanno a lavorare nei Comuni terremotati con personale a tempo determinato, magari andando ad attingere anche dalle liste dei concorsi ancora aperte - continua -. Siamo disponibili, come sindaci, a farcene carico ma al momento non possiamo perché gli uffici sono già al limite a causa del blocco normativo delle assunzioni".

"Finora, grazie alla disponibilità degli altri Comuni che hanno messo a disposizione il loro personale nelle zone colpite, lo Stato ha risparmiato almeno 3 milioni di euro - prosegue - Per questo chiediamo di consentire ai Comuni disponibili di sostituire il personale che va nelle aree terremotate con assunzioni a tempo determinato".

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