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Terremoto, deformata un'area di 1.100 km quadrati

02 novembre 2016 | 18.52
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La zona colpita in un’immagine combinata da satellite (FOTO ESA)
La zona colpita in un’immagine combinata da satellite (FOTO ESA)

Il terremoto del 30 ottobre scorso "ha deformato un'area di circa 1.100 chilometri quadrati", un'estensione pari a "30 chilometri per 40 chilometri per lato", e la violenta scossa di magnitudo 6.5 registrata domenica scorsa "ha spostato la città di Norcia di 30 centimetri verso Ovest, ovvero gli edifici di Norcia sono stati spostati sotto la forza della scossa di 30 centimetri in direzione Ovest". A delineare il quadro all'Adnkronos è il direttore dell’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Irea-Cnr), Riccardo Lanari.

Lanari spiega che "i dati sulla deformazione del territorio colpito dal sisma sono arrivate ieri, 1 novembre, dai radar dei satelliti Sentinel-1 del programma europeo Copernicus". "Ieri finalmente - indica lo studioso - abbiamo avuto le immagini di Sentinel-1 che hanno inquadrato tutta l'area complessiva colpita dal sisma del 30 ottobre". Il satellite Sentinel-1 è in grado di 'vedere' un'area complessiva di "circa 250 per 250 chilometri quadrati" spiega Lanari. Ciò significa, aggiunge, che ora "finalmente, abbiamo acquisizioni ben centrate dell'area del sisma del 30 ottobre, peraltro non lontana dalle aree dei terremoti registrati il 26 ottobre e il 24 agosto".

"Ora - prosegue Lanari - raffineremo ulteriormente queste informazioni visto che, stanotte, sull'area terremotata passa anche il satellite giapponese Alos2". Una volta acquisiti anche i dati del satellite nipponico, "tutte queste informazioni verranno trasferite ai modelli geofisici che andranno a studiare le deformazioni in profondità, cioè a 8-10 chilometri nelle viscere della terra, per capire in profondità che cosa è successo a causa di questo terremoto" riferisce il direttore dell'Irea-Cnr.

"Le nostre osservazioni con i satelliti sono infatti osservazioni in superficie, ora bisognerà chiarire le deformazioni nel sottosuolo" aggiunge ancora Lanari. "La zona di Castelluccio - ad esempio - ha subito una forte deformazione verticale, un abbassamento almeno di 70 centimetri, mentre la zona di Norcia si è sollevata di circa 10-15 centimetri, ciò vuol dire - spiega ancora lo studioso dell'Irea-Cnr - che c'è una deformazione molto articolata con spostamenti sia verticali che orizzontali".

Ottenere tutte queste informazioni, indica Lanari, "è molto importante perché ci consentono di studiare il terremoto del 30 ottobre nel maggior dettaglio possibile e quindi di aumentare la comprensione dei terremoti che colpiscono quest'area". Con la quantità di informazioni che stanno arrivando dai satelliti, sottolinea Lanari, "si può comprendere meglio la natura di questo terremoto. Questi dati servono ad aumentare le nostre conoscenze sia rispetto alla problematica molto vasta del rischio sismico in generale che sulle problematiche di quest'area in particolare".

In particolare, grazie alle nuove immagini radar acquisite il 1 novembre "da orbite ascendenti e discendenti, dai sensori (operanti in banda C) della costellazione Sentinel-1, le elaborazioni effettuate dal Cnr-Irea, utilizzando la tecnica dell’interferometria radar differenziale, hanno ora rilevato, in tutta la sua estensione, circa 1100 chilometri quadrati, e complessità, il campo di deformazione originato dal terremoto" indica Lanari.

In particolare, evidenzia, "combinando le mappe di deformazione ottenute dalle immagini Sentinel-1 ascendenti e discendenti è stato possibile stimare gli spostamenti sia verticali, sia nella direzione est-ovest". Nelle immagini diffuse oggi dall'Irea-Cnr si evidenziano due grossi lobi di deformazione orizzontale, uno con uno spostamento verso est baricentrato all’incirca nell’area di Montegallo (con un massimo di circa 40 cm), l’altro con spostamenti verso ovest centrati nell’area di Norcia (con un massimo spostamento di circa 30 cm).

Si evidenziano anche significative deformazioni verticali caratterizzate da una forte subsidenza, di almeno 60 cm nell’area di Castelluccio (già emersa dalle prime analisi dei dati Sentinel-1), e da una deformazione verticale in sollevamento di circa 12 cm nell’area di Norcia. Fra l’altro, riferisce ancora il direttore dell'Irea-Cnr, gli effetti relativi all’area di Norcia erano già in parte emersi dall’analisi effettuata utilizzando congiuntamente i primi dati Sentinel-1 e quelli della costellazione italiana Cosmo-SkyMed (operante in banda X) e sviluppata dall'Agenzia Spaziale Italiana in cooperazione con il Ministero della Difesa.

(Figura 1 Risultati delle analisi realizzate con dati Sentinel-1 del Programma Copernicus: in alto sono riportate le due mappe di deformazione co-sismica (nelle linee di vista del radar) ottenute, da orbite ascendenti (pannello A) e discendenti (pannello B), con la tecnica dell'interferometria radar differenziale, a partire dai dati radar Sentinel-1 acquisiti il 26/10/2016 (immagini pre-evento) e il giorno 01/11/2016 (immagini post-evento); in basso sono mostrate le mappe delle componenti est-ovest (pannello C) e verticale (pannello D) delle deformazioni superficiali, ottenute sfruttando congiuntamente i passaggi ascendenti (Sud-Nord) e discendenti (Nord-Sud). La stella rossa rappresenta l’epicentro del terremoto del 30 ottobre 2016, quelle bianche gli epicentri degli eventi del 24 agosto e del 26 ottobre 2016).

"La nostra capacità di osservazione rispetto al passato è enormemente migliorata, con le tecnologie satellitari da centinaia di chilometri di distanza, cioè dallo spazio, riusciamo a rilevare deformazioni centimetriche, cioè della precisione di pochi centimetri, queste nuove capacità aumentano le conoscenze rispetto agli effetti dei terremoti" afferma Lanari, sottolineando che "tutti i terremoti verificatisi negli ultimi mesi nell'Italia Centrale, dal 24 agosto al 30 ottobre, stanno accumulando deformazione del terreno che noi rileviamo attraverso le analisi satellitari".

Il direttore dell'Irea-Cnr segnala infine che "a causa delle notevoli entità delle deformazioni avvenute, è possibile che gli spostamenti rilevati siano sottostimati anche di un 30%, ma tali effetti saranno corretti grazie alle nuove acquisizioni già previste nei prossimi giorni, in particolare - ribadisce - quelle del sensore radar che opera in banda L a bordo del satellite giapponese Alos-2 che passa stanotte sulle aree terremotate.

Tutta l'attività è coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile e viene svolta da un team di ricercatori dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente Consiglio Nazionale delle Ricerche Cnr-Irea di Napoli e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, centri di competenza nei settori dell'elaborazione dei dati radar satellitari e della sismologia, con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana.

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