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Terremoto, le macerie non fermeranno vaccinazioni e visite nelle zone colpite

31 ottobre 2016 | 19.15
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(Foto: Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Le macerie non fermeranno la vaccinazione anti-influenza, le visite mediche e l'assistenza sanitaria. "Non vogliamo lasciare solo nessuno", è la promessa dei medici di famiglia delle Marche, che si stanno mobilitando in aiuto delle migliaia di persone costrette a lasciare le loro case. Numeri che si sono impennati dopo l'ultima fortissima scossa di ieri nel Centro Italia. Sul versante umbro del disastro, è l'assessore regionale alla Sanità Luca Barberini a garantire "massima assistenza", mentre oggi l'Asl Umbria 2 ha attivato un'Unità di crisi (Ucet) che si riunirà tutti i giorni per gestire l'emergenza nella Valnerina duramente colpita dal sisma. Le due Regioni si rimboccano le maniche. L'obiettivo è dare sostegno alle popolazioni piegate. Anche con l'esenzione dai ticket per farmaci e specialistica.

"La situazione nei paesini marchigiani colpiti dal sisma è diventata ancora più grave", sottolinea Massimo Magi, segretario regionale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) Marche. "Ora l'attenzione - avverte - si sposta anche lungo gli oltre 60 chilometri di costa, da Porto Recanati a San Benedetto del Tronto, perché diversi Comuni terremotati sono stati interamente evacuati e, per quello che sappiamo, si stanno muovendo da 25 mila a 35 mila persone almeno. Anche se il presidente della Regione ha detto di temere un ulteriore incremento".

Per questo i medici di famiglia si stanno mobilitando. "Ci stiamo attrezzando per l'assistenza primaria, per tutte le necessità del caso e anche per le vaccinazioni". In particolare, fa sapere Magi, "il nostro impegno sarà per il debutto della campagna anti-influenza in partenza il 3 novembre. Va iniziata anche con le persone sfollate. Hanno diritto a vaccinarsi. E' un piccolo segnale, fa parte della tenuta del sistema". E c'è già una lista di 30-40 camici bianchi di fiducia e medici della continuità assistenziale pronti a dare man forte ai colleghi di base nelle zone costiere, che si "vedono moltiplicare la popolazione di assistiti e avranno necessità di una collaborazione professionale".

"I problemi da affrontare sono tanti: ci sono anziani che non si ricordano le loro medicine, casi di crisi ipertensive, mal di testa, depressione, insonnia. Tutta la costellazione della disperazione umana, una situazione davvero critica", testimonia il dottore. A raccontare la sofferenza di interi paesi cancellati sono i camici bianchi delle zone colpite. Andrea Cencetti è il medico di famiglia di Visso, "anche se il paese non c'è più". All'indomani dell'ultima scossa, non vuole neanche pensare al suo studio medico, "forse imploso, sicuramente non più agibile". Il camice bianco è stato "ore piantato davanti al pc nella casa di campagna" per recuperare i dati dei suoi assistiti e 'seguirli' a distanza. Per non lasciare soli i malati cronici, gli anziani allontanati dalle case distrutte dal sisma. "E' tutto finito", dice sconsolato all'AdnKronos Salute.

E le sue parole rispecchiano quelle di un altro medico, Italo Paolini, che dalla frazione Borgo di Arquata del Tronto racconta la sofferenza di un altro paese marchigiano in ginocchio. "Ero nel mio camper ieri, parcheggiato davanti alla mia casa a Borgo. Ho avuto la sensazione che si ribaltasse e poi ho visto le case vicine crollate. Ancora polvere, detriti. La situazione si è semplificata di molto: semplicemente non c'è più nessuno", ammette. E' una diaspora. Ma il camice bianco continuava ancora oggi a fare la spola con il container-ambulatorio allestito nel campo di Borgo, "perché verranno sicuramente pazienti che hanno bisogno di ricette per terapie croniche".

Ora va pianificato il futuro. "Sto vedendo di organizzarmi perché dalla prossima settimana si comincia con la vaccinazione antinfluenzale e anti-meningococcica. Mi farò dare gli elenchi degli alberghi, contatterò i miei assistiti e fisserò il calendario". La speranza è una sola e accomuna tutti, dall'Umbria alle Marche: "Che finiscano le scosse". E che "al più presto - aggiunge Paolini - si parta con l'urbanizzazione provvisoria con le case di legno. Perché la gente vive male lo sradicamento. Vedo grande sofferenza psicofisica". In questo momento, gli fa eco Cencetti, "stiamo vivendo il dramma in fase acuta. Non lo so cosa faremo. E' talmente tanto presto. E' una situazione catastrofica da un punto di vista umano, logistico, assistenziale. Ma bisogna ripartire", assicura. "Quando ho sentito la scossa delle 7,41 ho pensato solo: 'E' tutto finito'. Ho subito chiamato al punto di accoglienza della Croce Rossa nella zona di Visso. E mi hanno invitato a non mettermi in movimento, con le poche vie d'accesso bloccate e le prevedibili nuove frane. Quindi ho cominciato a dare 'assistenza informatica' ai miei pazienti, a dare istruzioni per le terapie. E' un terremoto anche mentale e lavorativo. E riprendere le fila di una situazione del genere sarà difficilissimo".

Si sono mobilitati anche i medici della continuità assistenziale. Uno di loro, Aldo Tiberi, spiega che "in molti hanno risposto all'appello". Si presidia la situazione, per esempio, al Palazzetto dello sport di Camerino. E non solo. "I contatti sono continui. Siamo mobilitati in tutta la regione, dove c'è necessità. Siamo vicini sia alla popolazione sia a chi è impegnato sul campo, dalla Croce Rossa alle organizzazioni di volontariato, fino all'apparato amministrativo. Questa cittadinanza è forte, dignitosa e orgogliosa. Ripartiremo".

Parole di speranza anche dall'assessore umbro Barberini che definisce la situazione "sotto controllo. I moduli sanitari avanzati allestiti subito dopo il sisma stanno fornendo risposte adeguate. A breve arriveranno una decina di prefabbricati per servizi di supporto, mentre diverse attività ambulatoriali verranno sistemate all'interno della parte agibile dell'ospedale di Norcia che sarà immediatamente riqualificata e organizzata in tal senso. I medici di medicina generale della zona potranno contare su strutture mobili dove allestire gli ambulatori", elenca al termine di un incontro a Norcia per fare il punto sulla situazione dei servizi sanitari nelle zone terremotate.

Proprio a Norcia entrambe le farmacie risultano inagibili e, per il periodo dell'emergenza, i farmaci verranno distribuiti attraverso un armadio farmaceutico collocato nell'area dell'ospedale, mentre in seguito verranno allestite delle 'farmacie mobili'. La Usl Umbria 2 sta inoltre predisponendo un programma specifico per le vaccinazioni antinfluenzali e obbligatorie". Nelle zone colpite dal sisma saranno inoltre attivati ambulatori specialistici con accettazione diretta. Tutto questo mentre "è stato istituito un numero di cellulare dedicato (346 4983281) a cui si potranno rivolgere i cittadini per chiedere informazioni e prenotare prestazioni ambulatoriali", continua Barberini.

Per quanto riguarda il quadro dei servizi sanitari, l'assessore spiega che "a Norcia è garantita l'emergenza territoriale con un'ambulanza del 118 presente 24 ore su 24 con medico, infermiere e autista, una postazione di pronto soccorso h24 con un infermiere e un medico per turno, continuità assistenziale giorno e notte anche nei festivi, attività ambulatoriali e specialistiche ad accesso diretto h12; a Cascia sono presenti una postazione h24 di primo soccorso con ambulanza 118 con medico, infermiere e autista, continuità assistenziale notturna e festiva con turno infermieristico, attività ambulatoriali h12 diurne e riabilitative diurne".

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