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Terrorismo: rapporto Onu, jihadisti provengono da oltre 100 paesi

27 maggio 2015 | 12.31
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A lanciare l'allarme un rapporto del Consiglio di sicurezza, che rileva come il numero dei "foreign fighters" sia cresciuto del 70% negli ultimi 9 mesi

Murale della bandiera dell'Is in Iraq. - (Foto AFP)
Murale della bandiera dell'Is in Iraq. - (Foto AFP)

Provengono da più di cento paesi gli oltre 25mila jihadisti che combattono con al Qaeda e lo Stato Islamico in Siria, Iraq, Libia, Afghanistan e Africa. A lanciare l'allarme per un fenomeno sempre più diffuso, scrive il Guardian, è un rapporto del Consiglio di sicurezza dell'Onu che rileva come il numero dei "foreign terrorist fighters" sia cresciuto del 70% negli ultimi nove mesi.

Il documento, il primo a offrire una visione globale di questa minaccia, è stato preparato in vista della riunione del Consiglio di venerdì dedicato alla lotta al fenomeno. La stima di 25mila jihadisti è prudente, sottolineano fonti dell'Onu, secondo le quali il vero totale potrebbe essere superiore a 30mila.

L'aumento del numero degli jihadisti e dei paesi da cui provengono, solo in parte in parte spiegabile con una migliore raccolta dei dati, sottolinea i rischi del crescente richiamo dell'estremismo islamico. Il fenomeno, si legge, "pone "una minaccia terroristica immediata e a lungo termine". Iraq, Siria e Libia sono ormai diventati "scuole di perfezionamento " per i terroristi e i paesi da cui proviene il maggior numero di jihadisti - Tunisia, Marocco, Francia e Russia - appaiono per questo vulnerabili a futuri attacchi. Alexander Evans, principale esperto dell'Onu di Stato Islamico e al Qaeda, avverte del rischio di focalizzarsi troppo su Siria, Iraq e Libia. "Il rischio della gente che va e ritorna è più ampio", avverte, ricordando che la diffusione del fenomeno pone rischi anche per paesi finora non toccati dal terrorismo.

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