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Terrorismo: ostaggio tedesco nelle Filippine, mi hanno scavato la fossa

15 ottobre 2014 | 09.50
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Il 74enne cittadino tedesco ostaggio con la moglie nelle Filippine dei miliziani di Abu Sayyaf lancia un appello disperato: i suoi carcerieri hanno già scavato una fossa in previsione della sua esecuzione, che avverrà in caso di mancato pagamento del riscatto richiesto per la sua liberazione.

L'uomo, un medico di Entville, in Germania, ha detto nel corso di un'intervista radiofonica alla DXRZ, emittente di Zamboanga City, di essere stato spinto dai suoi rapitori in una buca larga 1,5 metri e profonda 3, scavata nella giungla dell'isola di Jolo, un migliaio di chilometri circa a sud di Manila.

"Sono qui, seduto in una buca, una grande buca. Mi hanno detto che questa è la mia tomba. Mi hanno spinto dentro questa buca e io sto qui seduto con 10 uomini attorno dalla notte scorsa". L'uomo ha anche reso noto di essere stato diviso dalla moglie due giorni fa.

Abu Sayyaf ha chiesto un riscatto di 250 milioni di pesos, 5,6 milioni di dollari, e il ritiro dell'appoggio della Germania alla strategia anti-Is degli Stati Uniti. I miliziani hanno minacciato di decapitare uno dei due ostaggi il 17 ottobre alle 15 ora locale se le richieste avanzate non verranno soddisfatte.

"Abu Sayyaf ha ribadito le sue richieste", ha dichiarato l'ostaggio. Vogliono denaro. Vogliono che il governo filippino ritiri le truppe". "Spero che ne usciremo", ha dichiarato l'ostaggio nel suo drammatico appello. Oltre alla coppia tedesca, si ritiene che Abu Sayyaf tenga in ostaggio altre 10 persone, un olandese, uno svizzero e due malesi.

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