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Terrorismo, scrittore Vuillard: "Francia non può rinnegare propria parola, è da irresponsabili"

30 aprile 2021 | 13.39
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Eric Vuillard, scrittore e cineasta francese, all’Adnkronos sulla vicenda degli ex terroristi italiani: "Riattivare queste ferite non è fare un favore all’Italia”

(AFP)
(AFP)

“E’ da irresponsabili dire di no alle estradizioni e poi 40 anni dopo dire sì, dopo aver applicato la ‘dottrina Mitterand’ per così tanto tempo. Sono dei fatti, quelli avvenuti durante gli anni di Piombo che ormai fanno parte del passato, della storia. Siamo oltre la prescrizione". Ad affermarlo all’Adnkronos è Eric Vuillard, scrittore e cineasta francese, che nel 2017 che ha vinto il prestigioso premio letterario Goncourt per il suo romanzo 'L’ordine del giorno', commentando la vicenda degli ex terroristi italiani degli anni di Piombo per cui è stata richiesta l'estradizione dalla Francia. Vuillard è tra i firmatari dell'appello degli intellettuali francesi al presidente della Repubblica Emmanuel Macron pubblicato ieri dal quotidiano francese 'Liberation', tra i quali figuravano tra gli altri anche Valéria Bruni-Tedeschi, l'attrice e sorella di Carla Bruni Sarkozy, ma anche Jean-Luc Godard, Annie Ernaux, Costa-Gavras.

La Francia, spiega Vuillard, "prima protegge e poi consegna. Anche se si è in disaccordo su questo tema, la Francia avrebbe dovuto confermare la linea che ha mantenuto per così tanto tempo. E' da irresponsabili tornare sulla parola data. Non si può tornare indietro nel tempo o cambiare la storia. Non rappresenta l’atto di pacificazione che invece sarebbe stato auspicabile. Riattivare queste ferite non è fare un favore all’Italia”, sostiene lo scrittore transalpino.

"Dopo oltre 40 anni le coordinate dell’esistenza di queste persone sono cambiate. Il tempo è passato. Ormai questo capitolo fa parte della storia", aggiunge Vuillard. "Dopo oltre 40 anni è giusto voltare pagina e lasciare al passato quello che fa parte della storia. Non si può rimescolare in eterno un passato doloroso che dovrebbe ormai ricadere nell’oblio. Non capisco questa necessità. Non si parla delle conseguenze di una guerra ma di fatti compiuti da alcune individualità", aggiunge. "Non capisco la necessità di rinvangare il passato", soprattutto "in un momento in cui stiamo tutti fronteggiando una pandemia, tutti hanno altre preoccupazioni".

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