(Aki/Washington Post) - In uno dei suoi video, l'imputato chiedeva ai seguaci di al-Qaeda di "non fermare la tempesta, soprattutto la tempesta di aerei" e consigliava a tutti i musulmani di "non salire su aerei e non stazionare nei piani alti dei grattacieli".
Ma per l'avvocato di Abu Ghaith, Stanley Cohen, l'accusa non ha prove concrete a suo carico, "le prove sono state sostituite con le paure" e l'emozione suscitata dagli attacchi alle Torri Gemelle "grava pesantemente sul tribunale". A suo dire, il suo assistito e' un "predicatore" e un "ideologo", ma non ha responsabilita' dirette rispetto alle accuse mossegli.
Il processo e' seguito molto da vicino dagli ambienti politici statunitensi e soprattutto dal Congresso, dove e' acceso il dibattito sul fatto che gli accusati di terrorismo catturati all'estero vengano processati da tribunali penali ordinari o piuttosto da apposite commissioni militari.