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Terza dose, Galli: "Per chi ha risposto bene al vaccino, non è indispensabile"

15 settembre 2021 | 10.26
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Per l'infettivologo "dovremmo prima capire quanti anticorpi contro il coronavirus ci sono nell'organismo. Nessuna certezza che funzioni in chi non ha risposto alle prime due"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

“Ben venga la terza dose del vaccino anti-Covid, ma non abbiamo alcuna certezza che chi non ha risposto alle prime due dosi, risponda alla terza. Dovremmo prima capire quanti anticorpi contro il coronavirus ci sono nell'organismo. Per chi ha risposto bene al vaccino, non è indispensabile la terza dose, ma questo aspetto importante non sempre viene preso in considerazione". Così Massimo Galli, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ai microfoni di iNews24.

Commentando i dati epidemiologici, Galli ha poi affermato: “Incrociamo le dita e vediamo cosa succede. Sembra che negli ultimi giorni ci sia stato un numero limitato di riscontri di positività. Purtroppo però, va sottolineato un aspetto importante che riguarda gli asintomatici: molte persone, incluse quelle vaccinate, non si sottopongono al tampone perché ritengono di non averne motivo".

Infine, sull'imminente parte della campagna antinfluenzale, Galli ha confessato di essere "abbastanza preoccupato sull'applicazione e sull'esecuzione delle strategie per la vaccinazione antinfluenzale, che dovrebbe essere incentivata. L'anno scorso abbiamo avuto una caduta verticale di influenza e raffreddore perché indossavamo le mascherine e i contatti sociali erano ridotti. Quest'anno invece, mi chiedo come andrà. È il caso di prendere posizioni e definire strategie". "Proprio perché la campagna vaccinale anti-Covid ha avuto il suo successo sotto molti aspetti, seppur con qualche carenza, ha creato le condizioni per far nascere un interesse maggiore per la vaccinazione antinfluenzale", ha aggiunto.

Su quanto tempo debba passare tra il vaccino anti-Covid e quello antinfluenzale, secondo Galli “non c'è una risposta definita. Potrebbe passarne anche poco. Ai bambini somministriamo una quantità enorme di vaccini tutti insieme e mi chiedo perché nel caso degli adulti abbiamo paura. Siamo in attesa di indicazioni. Finora - osserva - i distanziamenti temporali suggeriti tra le vaccinazioni sono basati su criteri prudenziali che però non hanno una base scientifica rispetto alla motivazione della scelta del numero dei giorni. Aver fatto il vaccino contro il Sars-CoV-2 non giustifica la scelta di non sottoporsi all'antinfluenzale o all'antipneumococcico. Su quest'ultima vaccinazione tra l'altro - conclude - dovremo lavorare molto perché siamo molto indietro a livello nazionale”.

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