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Terza dose vaccino Covid, Costa: "Nei prossimi giorni estensione a 50enni"

10 novembre 2021 | 10.07
LETTURA: 4 minuti

"Non siamo usciti dalla pandemia, le prossime settimane serve prudenza"

(Afp)
(Afp)

"Sulla terza dose" di vaccino anti covid "dobbiamo attendere con fiducia le indicazioni scientifiche e non deve diventare uno scontro politico. E' ragionevole che nei prossimi giorni ci sarà estensione ai 50enni". Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, ospite di SkyTg24 si esprime così sul probabile ampliamento della platea di cittadini che riceveranno la terza dose.

"Non siamo ancora usciti dalla pandemia, le prossime settimane serve prudenza - sottolinea Costa - il senso di responsabilità e il rispetto delle regole e la consapevolezza che solo così riusciremo a proseguire. Voglio dire grazie a 45 milioni di concittadini che si sono vaccinati".

"Per quanto riguarda la terza dose, ovviamente, dobbiamo attendere con fiducia e serenità quelle che saranno le indicazioni scientifiche. Mi auguro che il tema", della terza dose, "non diventi di confronto o scontro politico. Dobbiamo affidarci ancora una volta alla scienza, ed è ragionevole pensare che ci sarà un’estensione di quella che è la platea per i quali è prevista la somministrazione della terza dose: credo che già nei prossimi giorni si estenderà ai cinquantenni, quindi gradualmente arriveremo a somministrarla", aggiunge Costa.

"Ancora una volta gli italiani hanno dimostrato un grande senso di responsabilità e una grande disponibilità. I numeri sono positivi, c’è una grande adesione, e le farmacie con le loro 19 mila presenze sul territorio ci garantiscono anche una capillarità e quindi ci permettono anche di arrivare vicino al cittadino: da un punto di vista logistico siamo nelle condizioni di procedere rapidamente sulla terza dose", prosegue. "Riguardo la disponibilità dei vaccini - afferma - questi ci sono, dunque siamo veramente nelle condizioni ottimali per la somministrazione di questa dose".

STATO D'EMERGENZA

“Sullo stato d’emergenza, come più volte ha detto il presidente Draghi, ci sarà una valutazione che faremo a ridosso della scadenza sulla base di quello che sarà il quadro epidemiologico. Non dimentichiamo che mancano ancora molte settimane da qui alla fine dell’anno, e quindi confidiamo che in questo periodo il quadro possa evolversi positivamente. Dopodiché credo che ciò che interessa di più ai cittadini non è lo stato d’emergenza, che è più un aspetto gestionale, ma sono le misure restrittive, il ritorno alla normalità", osserva il sottosegretario.

Il tema rischia di diventare terreno di scontro politico e Costa si augura "che prevalga il senso di responsabilità. Lo stato d’emergenza è uno strumento che ci permette una gestione più agile dell’emergenza, mentre non ha ricadute dirette sulla vita quotidiana dei cittadini. Ciò che indice sulla quotidianità sono le misure restrittive, il green pass, l’allentamento di alcune misure: credo che dovremmo sforzarci di più nel dare una prospettiva in quel senso".

LOCKDOWN PER NON VACCINATI

L'Austria ha appena varato il lockdown per non vaccinati. In Italia è ipotizzabile una soluzione analoga? "Valuteremo settimana per settimana. Credo che troppe volte guardiamo ai Paesi europei e diciamo di prendere esempio dagli altri, ma penso che per una volta dobbiamo essere orgogliosi di quello che ha fatto il nostro Paese", dice Costa.

"Ricordo quando in Italia alcuni dicevano che dovevamo introdurre il tampone gratuito come la Germania, quando la stessa, un paio di giorni fa, ha invece tolto questa opportunità e non ha più previsto il tampone gratuito perché ovviamente questo è uno strumento che rallenta la vaccinazione. Allora se l’obiettivo, la strada è quella di proseguire con la campagna vaccinale dobbiamo mettere in atto strumenti che invece sensibilizzano i cittadini nei confronti della vaccinazione", aggiunge.

"Ad oggi - osserva - i criteri del green pass sono questi, e sul tavolo, al momento, non c’è nessuna revisione".

OBBLIGO VACCINALE

"Oggi una minoranza del nostro Paese usufruisce di tutta una serie di liberà grazie alla stragrande maggioranza degli italiani che si è vaccinata facendo prevalere un senso di comunità. Io credo che tanti cittadini italiani che si sono vaccinati l'abbiano fatto con paura e preoccupazione, comprendendo che vaccinarsi significa dare una prospettiva. La valutazione che faccio, ma è mia, se personalmente mi trovassi di fronte alla decisione di inasprire le misure oppure valutare l'ipotesi di obbligo vaccinale per alcune categorie, io credo che sia più giusto procedere sulla seconda ipotesi e non continuare a far pagare le restrizioni a coloro che si sono vaccinati. E' buon senso" dice Costa.

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