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Tessera del Pd per Andrea Romano: ''Renzi è più bravo di D'Alema'' /VIDEO

28 ottobre 2014 | 17.11
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L'ex esponente di Scelta Civica, ospite degli 'Incontri Adnkronos': ''Premier sta riuscendo a fare quella rivoluzione liberale che non riuscì all'ex ministro degli Esteri''. Poi annuncia: ''Questa settimana mi iscrivo al Partito democratico, oggi ho fatto richiesta di adesione al gruppo parlamentare'' (VIDEO)

 Andrea Romano (Foto Adnkronos/Cristiano Camera) - {agenzia}
Andrea Romano (Foto Adnkronos/Cristiano Camera) - {agenzia}

"Renzi è più bravo di D'Alema e le condizioni di oggi sono diverse", per questo il premier "sta già riuscendo a fare quella rivoluzione liberale" della sinistra che a D'Alema non riuscì. La pensa così Andrea Romano, ospite degli 'Incontri Adnkronos' e neo esponente del Partito democratico dopo l'addio a Scelta civica. "Mi iscrivo al Pd questa settimana e ho fatto oggi richiesta di adesione al gruppo del Pd".

"Mi sono sempre riconosciuto in una sinistra liberale e capace di innovare, fino a poco tempo fa non c'era -ha spiegato Romano - Se nel 2013 il Pd l'avesse guidato Renzi avrei votato Renzi. La sinistra liberale era stata espulsa dal Pd di Bersani, non l'avevano voluta. Ora la voce del Pd è anche la nostra voce".

Tornando al parallelo Renzi-D'Alema, Romano spiega che la rivoluzione liberale di cui parlava il presidente della Fondazione ItalianiEuropei ''è rimasta sulla carta. D'Alema e quel gruppo dirigente non ebbero la forza politica e culturale per imporsi sul sindacato e anche sul 'popolo di sinistra'. Oggi è passato del tempo, Renzi è nato senza i limiti di quella generazione, del Pci, ha meno inibizioni -ha spiegato sempre Romano-. E poi uno che dice al sindacato torni a fare il suo mestiere dice una verità rivoluzionaria. D'Alema non avrebbe potuto dirlo. Renzi ci sta già riuscendo a fare quella rivoluzione liberale, il Jobs act è un provvedimento naturale negli anni della rivoluzione liberale della sinistra".

Non crede all'ipotesi di una scissione del Pd perché le ''scissioni si fanno nei partiti in crisi", dice l'ex di Scelta Civica. "In tutti i grandi partiti di sinistra europei e anche nei democratici americani c'è cittadinanza per chiunque la pensi in modo diverso ma nei confini di una sinistra che può andare da quella radicale a quella blairiana".

Romano ha anche parlato dell'assetto del partito: "Non torneremo più ai partiti degli anni '70 e '80 con tessere, sezioni, correnti. Oggi i partiti si muovono su linee di opinione più che sui tesserati. Servono partiti rinnovati, con una struttura, ma non più partiti di tesserati. Un Pd al 40% è un partito forte, non è un comitato elettorale, che porta dentro anche gli elettori di Scelta civica. Il Pd di prima perdeva, quindi si dovrebbe essere contenti di questo Pd che vince".

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