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Energia: Testa (Enea), serve seria politica Ue

27 giugno 2017 | 13.29
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(Fotolia) - magneticmcc - Fotolia
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"La questione della crisi o comunque delle conseguenze derivanti dal fermo per manutenzione del nucleare francese dimostra che in Europa non abbiamo fatto una politica energetica europea, che rimane il passo da fare". Così Federico Testa, presidente Enea, su Elementi 41, periodico del Gestore dei Servizi Energetici.

"La Germania - continua - sta chiudendo il nucleare ma si tiene il carbone e la Svizzera dice che vuole fare altrettanto con l’atomo, noi invece stiamo pensando di chiudere una trentina di cicli combinati a gas, con dieci anni di vita, efficienti e non ancora ammortizzati. Forse ragionare in un'ottica europea e pensare che possiamo contribuire agli equilibri francesi e tedeschi con il nostro parco di generazione potrebbe esser utile, ma questo richiede impegno”.

Per Testa “il nostro parco rinnovabili adesso è una ricchezza. Credo che il percorso sia inarrestabile, ma va fatto scaricando meno costi sulle bollette dei cittadini e preservando il territorio. Quindi evitiamo il fotovoltaico a terra: abbiamo tanti tetti e capannoni, tante zone dove si può fare, per esempio i parcheggi".

Per testa, poi, c'è un altro passo da fare, in una logica europea: "i nostri impianti eolici quando va bene funzionano grosso modo 1.700-2.000 ore all'anno, niente in confronto agli offshore nel Mare del Nord, sia come numero di ore sia come forza del vento. Allora, se provassimo a fare una Strategia energetica europea forse potremmo concentrarci su alcune cose e fare a meno di altre. Purtroppo il nostro eolico per poter sfruttare quel poco di vento disponibile deve andare su crinali e qualche problema paesaggistico oggettivamente esiste".

"Si dovrebbero poi eliminare i fenomeni speculativi che certamente ci sono stati. Nel nostro Paese gli incentivi alle rinnovabili hanno investito tutti i fondi di investimento del mondo, se riuscissimo a fare una cosa più equilibrata sarebbe una strada da percorrere. Il tutto senza trascurare la ricerca sugli storage, perché senza questa la soluzione delle rinnovabili rischia di essere limitata”.

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