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Tetto contante e catasto in Pnrr, senza accordo fondi a rischio

21 febbraio 2022 | 19.02
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In ballo ci sono ben 50 miliardi di risorse del Recovery solo per quest'anno

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Il tetto sul contante ma anche l'aggiornamento del catasto sono tra gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, se questi target non venissero centrati sarebbero a rischio i ragguardevoli fondi del Pnrr destinati all'Italia. La bocciatura ad opera del centro-destra della riduzione del limite di mille euro all'uso del cash nel dl Milleproroghe prima, e adesso la minaccia di stralcio da Forza Italia e Lega della norma sulla revisione catastale nella delega fiscale imporrebbe, secondo fonti vicine al dossier, una riflessione sulla direzione che vuole prendere la maggioranza visto che in ballo ci sono ben 50 miliardi di risorse del Recovery solo per quest'anno, su un totale di 191,5 miliardi.

"La modifica del dl Milleproroghe ha riportato a 2 mila euro il limite per l’utilizzo del contante per ogni singola transazione, contro le indicazioni del governo e votata anche da Lega e Forza Italia. Sono preoccupato poiché questa decisione è in netto contrasto con quelli che sono gli obiettivi del Pnrr", ha avvertito Vincenzo Presutto membro della commissione Bilancio al Senato. "Questa è almeno la decima modifica negli ultimi venti anni ed è pertanto necessario oggi definire una situazione chiara anche rispetto agli impegni con l’Unione Europea", afferma Presutto spiegando che "il potenziamento dei pagamenti elettronici obbligatori è citato nel Recovery Plan e fa parte delle strategie di contrasto all’evasione fiscale, proprio anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti”.

Ed è nel Pnrr anche la riforma del catasto, intesa come aggiornamento degli estimi vecchi di 30 anni a valori di mercato. Un'operazione di 'mappatura' che verrà terminata nel 2026, toccherà quindi ai prossimi governi l'eventuale decisione su una redistribuzione del prelievo sugli immobili che rispecchi il reale valore, a invarianza di gettito. I due nodi pesano sul tavolo della maggioranza e per scioglierli serve un accordo ai massimi livelli. Intanto un nuovo confronto potrebbe arrivare già mercoledì in occasione dell'audizione del ministro dell'Economia Daniele Franco sullo stato di attuazione del Piano davanti alle commissioni Bilancio, Finanze e Politiche Ue di Camera e Senato.

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