Il capo delle forze armate ha detto che la misura è tesa a impedire le violenze scaturite da sei mesi di proteste anti-governative. Il decreto ha permesso al comando militare di oscurare dieci televisioni satellitari. Gli Stati Uniti chiedono il rispetto dei principi della democrazia
Il capo delle forze armate thailandesi ha dichiarato la legge marziale nel paese, misura che ha permesso anche un giro di vite sui media. Il generale Prayuth Chan-ocha ha detto che la legge marziale è tesa a impedire le violenze scaturite da sei mesi di proteste anti-governative. “Ci sono dei gruppi con cattive intenzioni che vogliono creare disordini e minacciano l’uso di armi contro il popolo”, ha affermato.
Oscurate dieci televisioni - Prayuth ha negato di aver compiuto un golpe, sottolineando che la legge marziale trasferisce all’esercito il controllo della sicurezza, lasciando al governo la guida degli altri settori. Ma il decreto ha permesso al comando militare di oscurare 10 televisioni satellitari ed ordinare ai media di evitare di diffondere notizie che possano creare “incomprensioni e provocare disordini”.
La legge marziale arriva dopo un lungo periodo di instabilità politica - L’annuncio della legge marziale è stato diffuso alle tre del mattino ora locale. Viene così sciolto il Centro per il mantenimento della Pace e l’Ordine (Capo) che era stato istituito dal governo e al suo posto viene insediato il Comando per il Mantenimento della Pace (pkc) controllato dai militari. La proclamazione della legge marziale giunge dopo un lungo periodo di instabilità politica, iniziato in autunno con le massicce manifestazioni di protesta dell’opposizione contro il governo del primo ministro Yingluck Shinawatra. Le elezioni anticipate di febbraio, boicottate dall’opposizione, sono state poi invalidate, mentre ai primi di maggio Yingluck è stata destituita per abuso di potere. Martedì mattina sia i gruppi filo governativi che quelli antigovernativi hanno annullato le previste manifestazioni. L’esercito non si è espresso a favore di nessuno dei due gruppi, ma è l’opposizione che sembra guardare più favorevolmente al suo intervento. “Dobbiamo aspettare e vedere cosa farà l’esercito. E’ un bene per noi dato che metterà fine agli attacchi ai nostri seguaci”, ha detto Satit Wongnongtoey, uno dei leader del Comitato per le Riforme democratiche del Popolo (Pdrc) che ha manifestato contro il governo. Il capo del Pdrc, Suthep Thaugsuban, ha lasciato il suo ufficio temporaneo nella sede del governo, ora presidiato da 500 soldati e 200 poliziotti. Nel weekend Suthep aveva annunciato l’avvio di una “battaglia finale” per rovesciare l’attuale amministrazione ad interim, aggiungendo che si sarebbe consegnato alle autorità il 27 maggio se i suoi sforzi fossero falliti. Suthep ha guidato le manifestazioni che da novembre hanno più volte paralizzato Bangkok, con occupazione di sedi di ministeri e altre istituzioni.
Decine di morti e centinaia di feriti durante la protesta - A partire dal 30 novembre vi sono stati almeno 25 morti e oltre 700 feriti in violenze legate alla protesta politica. Le ultime vittime risalgono a giovedì quando sconosciuti armati di fucili M16 e granate M79 hanno ucciso tre manifestanti anti governativi.
Usa chiedono il rispetto della democrazia - Gli Stati Uniti hanno chiesto ai militari thailandesi di rispettare i principi della democrazia. “Ci aspettiamo che l’esercito onori l’impegno preso di far sì che questa sia un’azione temporanea per prevenire la violenza e non per minare le istituzioni democratiche”, ha affermato la portavoce del dipartimento di Stato Jen Psaki. Gli ultimi sviluppi, ha aggiunto la Psaki, “evidenziamo la necessità di elezioni per determinare la volontà del popolo”.
Non è la prima volta che l’esercito interviene nella vita politica thailandese. Negli ultimi ottant’anni vi sono stati una dozzina di colpi di stato militari, l’ultimo dei quali nel 2006 per rovesciare Thaksin Shinawatra, fratello di Yingluck.