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Thyssen: Pg Cassazione, non fu omicidio volontario, confermare pene ridotte

24 aprile 2014 | 16.39
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Thyssen: Pg Cassazione, non fu omicidio volontario, confermare pene ridotte

Roma, 24 apr. (Labitalia) - Non ci fu omicidio volontario nel rogo alla Thyssenkrupp di Torino in cui morirono 7 operai nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007. Lo ha sostenuto il sostituto procuratore generale della Cassazione, Carlo Destro sollecitando, i giudici delle sezioni unite penali di piazza Cavour, il rigetto del ricorso della Procura di Torino e dei 6 imputati. In particolare il pg della Suprema Corte ha chiesto di convalidare le pene ridotte accordate dalla Corte d'Assise d'Appello di Torino il 28 febbraio 2013.

Se la Cassazione confermasse, sarebbero da convalidare i 10 anni di reclusione all'ex ad Herald Espehnham; 8 anni all'allora responsabile della sicurezza Cosimo Caffueri; 8 anni e mezzo al responsabile dello stabilimento Raffaele Salerno; 7 anni ciascuno ai membri del Comitato esecutivo Gerald Priegnitz e Marco Pucci e 9 anni all'allora dirige nte con funzioni di direttore e competenza negli investimenti Daniele Moroni. Il dibattito davanti alle sezioni unite della Cassazione per il processo Thyssenkrupp è tutto incentrato sulla esatta differenza tra dolo eventuale e colpa cosciente.

In primo grado, l'amministratore delegato aveva riportato una condanna superiore perchè era stato riconosciuto l'omicidio volontario. Accuse e condanne che in secondo grado si sono ridotte perchè il reato è stato derubricato e si è passati da una responsabilità a titolo di dolo eventuale ad una responsabilità a titolo di colpa cosciente. Ebbene, secondo il pg Destro la sentenza di merito deve essere confermata perche' le motivazioni sono ''logiche, complete e tranquillanti sulle responsabilita' di tutti gli imputati''.

Tuttavia, secondo il pg non si può parlare di omicidio volontario. ''La Procura -ha detto Destro- avrebbe dovuto adottare la stessa imputazione per tutti gli imputati''. A suo dire, dunque, tutti e 6 gli ex manager devono rispondere di ''omicidio colposo. Perchè -ha spiegato il pg Destro- affinche' ci sia dolo occorre accettare l'evento. Non basta il semplice pericolo dell'evento morte e in questo caso non abbiamo la prova che si sia agito per determinare la morte dei 7 operai''. Certamente, ha dato atto la pubblica accusa di piazza Cavour, ''tutti gli imputati sono colpevoli per imprudenza e negligenza ma questo non significa che abbiano voluto causare volontariamente la morte''. A detta della pubblica accusa della Cassazione anche gli interventi che hanno risparmiato in sicurezza non dimostrano una volontarieta' dell'azione. Secondo il pg Destro, inoltre, la sentenza di merito ha fornito ''motivazioni corrette e congrue'' nel dire no alle attenuanti generiche e ha bollato come ''del tutto gratuita'' la tesi avanzata da alcuni difensori sul fatto che per alcuni imputati la pena sarebbe stata calcolata in maniera superiore al dovuto.

Il pg, inoltre, nella sua requisitoria ha ricordato che la recente giurisprudenza che vorrebbe assimilare l'incidente stradale all'incidente capitato sul lavoro non può essere presa in considerazione perche' i due eventi non possono essere assimilati. ''Il fatto stesso - ha detto il pg Destro - che si stia parlando di introdurre il reato di omicidio stradale è una spia che dimostra quanto sia difficile contestare il dolo eventuale''.

A ricorrere in Cassazione contro la sentenza d'appello c'e' la Procura di Torino che chiede un inasprimento delle pene nei confronti dei 6 imputati e ci sono anche i 6 ricorsi di altrettanti imputati che chiedono l'annullamento della sentenza d'appello. I familiari dei 7 operai morti nel rogo della Thyssen sono stati tutti risarciti con un risarcimento attorno al milione di euro ciascuno. Lo stabilimento dove la notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 si e' sviluppato il 'flash fire', l'onda di fuoco dell'estensione di 12 metri, e' chiuso e tutta l'area e' stata messa in vendita.

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