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Ticket e spesa, Corte conti passa Ssn ai raggi X

04 giugno 2014 | 17.12
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Ticket e spesa, Corte conti passa Ssn ai raggi X

Roma, 4 giu. (Adnkronos Salute) - Oltre 109 miliardi di euro: a tanto ammonta la spesa sanitaria registrata nel 2013. Le uscite complessive per assistenza sanitaria si sono infatti attestate a 109,3 mld, seppur lieve flessione rispetto al 2012. Anche quest'anno il dato a consuntivo si è mantenuto ben al di sotto del dato previsto nel Def di aprile 2013 (111,1 miliardi). E' quanto emerge dal 'Rapporto 2014 sul coordinamento della finanza pubblica' della Corte dei conti, presentato oggi a Roma, che passa ai raggi X i conti del Servizio sanitario nazionale.

Nel dettaglio, i costi del personale (delle aziende sanitarie, delle aziende ospedaliere, aziende ospedaliere universitarie, degli Irccs pubblici, appartenente ai ruoli sanitario, professionale, amministrativo e tecnico, nonché al costo relativo alla corresponsione dell'indennità per il personale universitario) nel 2013 sono risultati pari a 35,2 mld, in riduzione dell'1,2% rispetto al 2012. Viene confermato l'andamento decrescente registrato negli ultimi anni. In riduzione risultano anche i costi relativi agli acquisti di beni e servizi, che ammontano a 35,1 miliardi (-1,5% rispetto al 2012). Per quanto riguarda gli acquisti di beni, si registra invece un incremento del 2,5%. Tale crescita è influenzata dalle voci relative ai costi dei prodotti farmaceutici (in aumento del 5,8%) e ai dispositivi medici (in crescita del 2,7%).

E ancora. I servizi sanitari e non sanitari (trasporti sanitari, consulenze, formazione, etc.) aumentano nel complesso di circa l'1% rispetto al 2012. Un risultato, tuttavia, frutto di una crescita dell'1,6% di quelli sanitari e di una forte flessione di quelli non sanitari (-7,7%). Nei servizi non sanitari appaltati (lavanderia, pulizia, mensa, riscaldamento, etc.) la flessione è del 2,4%. Riduzione anche per le spese per manutenzioni e riparazioni (-0,1%), per il godimento beni di terzi (-1,7%), per gli accantonamenti (-26,1%) e per interessi passivi e oneri finanziari (-3,4%). In flessione anche nel 2013 la farmaceutica convenzionata. Nell'esercizio la spesa raggiunge gli 8,6 miliardi, con una diminuzione del 3,4% (si era ridotta di poco meno del 10% nel 2012). Dal lato delle entrate, la riduzione rispetto al 2012 è dello 0,9% e si estende con intensità diverse pressoché a tutte le voci. Il finanziamento (indistinto e vincolato) presenta una flessione dello 0,6%.

Nel 2013, gli introiti da ticket sanitari ha sfiorato la soglia dei tre miliardi di euro. Gli introiti da compartecipazione alla spesa si sono confermati sui livelli dello scorso esercizio: oltre 2,9 mld di cui 1,4 mld per la farmaceutica e 1,5 mld per le prestazioni sanitarie, in prevalenza per la specialistica ambulatoriale (1,3 mld). Si è assistito - si legge nel Rapporto - ad una stabilizzazione di tale voce di introito rispetto al 2012, anno in cui, va ricordato, l'aumento rispetto al 2011 era stato superiore al 9% (+13,4% per la specialistica e altre prestazioni e +5,2% per i farmaci). La limitata variazione complessiva (+0,1%) è il risultato tuttavia di una crescita del 2,1% dei ticket sui farmaci e una flessione dell'1,7% di quella sulle prestazioni specialistiche.I giudici della Corte pongono quindi una questione: "C'è da chiedersi - si legge nel Rapporto - se e a quali condizioni il sistema di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie e di esenzione rappresenti, oggi, uno strumento utile per la gestione della fase che si sta aprendo".

La Corte afferma che l'ipotesi su cui si sta lavorando "è la possibilità di utilizzare, almeno in via transitoria, un indicatore più semplice, costruito su informazioni (composizione del nucleo familiare fiscale, redditi dichiarati a fini Irpef) già presenti presso l'amministrazione finanziaria. Ciò consentirebbe di mettere a disposizione dei medici prescrittori, nell'ambito del Sistema tessera sanitaria, l'informazione relativa all'appartenenza di ogni assistito ad una classe di 'reddito equivalente', cui potrebbero essere associati benefici in termini di partecipazione alla spesa sanitaria".

Alla luce dei numeri e degli scenari futuri, la conclusione a cui giunge la Corte è che l'appropriatezza in sanità "è una scelta obbligata". Secondo i giudici, "un elemento cardine di una strategia che punti a recuperare margini di manovra dal riassorbimento delle spese inappropriate è costituito dal processo di razionalizzazione delle reti ospedaliere". La chiusura dei piccoli ospedali (al di sotto dei 60 posti letto ancora non completamente definito) e il raggiungimento dello standard di 3,7 posti letto per mille abitanti, nel corso del triennio, per la Corte "potrebbe determinare una riduzione di oltre 7000 posti letto. Ciò consentirebbe il recupero delle risorse necessarie per potenziare l'assistenza territoriale e domiciliare".

"La riorganizzazione della rete ospedaliera - si legge nel Rapporto - dovrebbe accompagnarsi al potenziamento di strutture di degenza post acuta e di residenzialità, ad uno sviluppo dell'assistenza territoria e che agevoli la dimissione al fine di minimizzare la degenza non necessaria, favorendo contemporaneamente il reinserimento nell'ambiente di vita e il miglioramento della qualità dell'assistenza. L'individuazione di interventi sulla rete dei servizi per l'assistenza e la cura delle persone non autosufficienti, in particolare anziani e disabili, è probabilmente uno degli aspetti più urgenti". La Corte sottolinea infine che "le risorse che verranno risparmiate attraverso l'applicazione di tali misure oggetto del Patto dovranno essere reinvestite ad invarianza del finanziamento annuale previsto".

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