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Consumi: Unioncamere, timido risveglio famiglie, +0,3% a fine 2014

08 dicembre 2014 | 11.14
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Studio dell'Osservatorio Prezzi e mercati Indis-Unioncamere, è l'effetto di un più robusto recupero degli acquisti dei beni durevoli +2,9%, di una più contenuta ripresa dei servizi +0,5% e dei consumi alimentari +0,4%. E gli analisti avvertono, nota dolente le tariffe pubbliche locali con aumenti previsti del 9,5% nel biennio 2013-2014

(foto InfoPhoto)
(foto InfoPhoto)

Un timido risveglio dei consumi delle famiglie si profila a fine anno (+0,3%), per effetto di un più robusto recupero degli acquisti dei beni durevoli (+2,9%), di una più contenuta ripresa dei servizi (+0,5%) e dei consumi alimentari (+0,4%). A rilevarlo è l'Osservatorio 'Prezzi e mercati' dell'Indis, Istituto dell’Unioncamere specializzato in distribuzione e servizi. "L’effetto della bassa inflazione e il minor timore di un ulteriore inasprimento dell’imposizione fiscale -spiega- possono aver quindi determinano scelte di acquisto, soprattutto di auto e di elettrodomestici, divenute, dopo due anni di contenimento delle spese, ormai inderogabili". Secondo le stime dell’Osservatorio, l’inflazione al consumo rimarrà ancorata sotto il mezzo punto percentuale di crescita anche nel 2015. "Si tratta -commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello- di un primissimo e ancora debole segnale, certo non pienamente in grado di far recuperare al Paese la 'strada' persa in questi anni di recessione: sfiora infatti i 7 punti percentuali il calo dei consumi delle famiglie accumulato nel 2012 e 2013".

C'è da aggiungere, avverte Unioncamere, che "sui bilanci familiari si intravvedono alcune insidie". La prima, stima l'analisi, "potrà incidere sui consumi alimentari, andando a toccare due alimenti principe della dieta mediterranea: l’olio extravergine di oliva, il cui prezzo al consumo, a causa di una stagione disastrosa, potrebbe subire un aumento alla produzione del 35% a fine anno, che si tradurrà in un incremento dei prezzi al consumo di circa il 15%; la pasta, il cui costo è destinato a salire almeno dell’8% come conseguenza di un incremento all’origine del 40% del prezzo del grano duro". Altra nota dolente, prosegue lo studio, è quella delle tariffe, quelle pubbliche locali, secondo le stime più recenti dell’Osservatorio dei prezzi, dovrebbero aumentare complessivamente del 9,5% nel biennio 2013-2014. A crescere sono principalmente i rifiuti (+18,2% tra il 2014 e il 2013), la sanità (+6,7%), il trasporto ferroviario regionale (+6,8%), il trasporto urbano (+6%) e quello extra-urbano (+7,5%). Visto che il dato medio dell’inflazione nel biennio è dell’1,4%, è fin troppo evidente come 'la partita' tra inflazione e tariffe si stia chiudendo con un sonoro 10 a 1. I mesi estivi ed autunnali hanno segnato una nuova flessione dell’economia italiana, con valori del Pil che hanno continuato a registrare variazioni di segno lievemente negativo. I timori si spostano ora sul 2015, visto che le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso.

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