'La riforma del Jobs Act per ora è solo sulla carta'.
"Il flop di 'Garanzia Giovani' non dà spazio per eccessivi entusiasmi rispetto a una riforma che, per ora, è solo sulla carta". Così Michele Tiraboschi, giuslavorista, commenta con Labitalia la creazione dell'Agenzia nazionale per l'occupazione, prevista dal Jobs Act e che dovrebbe essere dettagliata da un imminente decreto attuativo.
"Nel 1997 e, dunque, ben prima della riforma del Titolo V della Costituzione, la riforma Treu -ricorda Tiraboschi- decise di decentrare le funzioni di incontro tra domanda e offerta di lavoro per l’inadeguatezza di strutture centralizzate in relazione a un mercato del lavoro profondamente frammentato e diversificato a livello territoriale come è quello italiano. Ora, dopo il fallimento del decentramento, si torna all'idea di un'agenzia nazionale".
"La mia impressione -spiega il giuslavorista- è che il nodo non sia la contrapposizione tra centro e periferia, quanto piuttosto le competenze professionali messe in campo per offrire un moderno servizio di collocamento e ricollocazione. Del resto, pare di capire che il personale a cui verranno affidare le funzioni di collocamento sarà sempre lo stesso e cioè gli attuali dipendenti dei centri per l’impiego a cui si aggiungerà personale di Isfol e Italia lavoro. Non ancora delineato è poi il rapporto con gli operatori privati", conclude.
