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Toma (Molise), 'aggressione a soggetti più giovani c'è ma in linea con dati nazionali'

20 febbraio 2021 | 13.50
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Donato Toma
Donato Toma

"Qui c'é del terrorismo, la situazione quando muore una persona è sempre preoccupante ma i dati regionali vanno sempre rapportati a quelli nazionali". Donato Toma, governatore del Molise, ha letto tutto, visto molto, fatto tanto e mentre prepara l'Unità di Crisi della sua Regione attesa per le 15,30, all'Adnkronos commenta dati e novità. "Siamo arrivati a quasi 300 decessi in un anno - spiega - numeri per noi importanti ma non siamo i primi, il nostro problema è che abbiamo tanti ultraottantenni, 26mila su una popolazione di 300mila abitanti, il che significa che la speranza di vita è più lunga ma anche che la fragilità è maggiore".

Ma come spiega, il governatore, i decessi avvenuti per lo più tra i giovani nelle ultime settimane? "Oggettivamente l'aggressione a soggetti più giovani c'è, si vede - risponde Toma - Bisogna però vedere se c'erano delle concause, se si trattava di immunodepressi o se la variante inglese è particolarmente aggressiva, come qualcuno dice pur senza evidenze scientifiche. Abbiamo avuto una terapia intensiva grave di un 20enne grande obeso. Si sa che il virus colpisce i grandi obesi e se però nessuno lo dice... Abbiamo avuto un meccanico di 38 anni che è morto e questo fa specie. Ci stiamo preoccupando, lo abbiamo sempre fatto, ma siamo in linea con i dati nazionali, non si muore solo qui. Chiaramente noi siamo pochi e da noi tutto fa impressione, i giornali qualcosa devono pubblicare e pubblicano le notizie eclatanti perché fanno audience".

Oggi, tuttavia, il Molise ha alzato la testa e affronta la battaglia contro il Covid con maggiori strumenti. "Abbiamo avuto una pressione fortissima sugli ospedali - conferma il governatore molisano - che può dirsi risolta con l'attivazione di venti posti letto di malattie infettive in più nella clinica Gemelli che affianca l'ospedale Cardarelli. L'impennata di contagi registrata nel basso Molise non è la maggiore nell'ultimo anno, ma l'abbiamo avuta in tempo ristrettissimo, due settimane, e questo preoccupa. Si poteva essere più veloci, se non ci fosse stato il commissariamento. Ora stiamo cercando di ampliare le aree mediche in maniera tale da poter ricoverare più velocemente e senza problemi". (di Silvia Mancinelli)

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