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Urbanistica: Toraldo di Francia, periferie vanno riqualificate così come sono

20 aprile 2016 | 17.09
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Cristiano Torldo di Francia e Hou Hanru all'inagurazione della mostra 'Superstudio 50' al Maxxi
Cristiano Torldo di Francia e Hou Hanru all'inagurazione della mostra 'Superstudio 50' al Maxxi

"La città è fatta di sovrapposizioni e di momento molto differenti tra di loro, anche con alcune brutture. Se la si omogeneizza, la si uccide. Per questo la periferia va riqualificata con la ristrutturazione e la valorizzazione degli edifici già esistenti, senza buttarli giù per ricostruirne di nuovi". Non ha dubbi Cristiano Toraldo di Francia, architetto del celebre Superstudio che, fondato nel 1966, compie 50 anni. Toraldo di Francia è a Roma per l'inaugurazione della grande mostra che il Maxxi dedica proprio al Superstudio e che apre i battenti domani.

La riqualificazione delle periferie urbane, è un tema caro al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, che da sempre insiste sul fatto che questa è la sfida che l'Italia deve vincere nei prossimi anni. "Nel passato - spiega il celebre architetto - ci sono state tante ricette, dalle garden city ai suburbi americani, ma il problema è quello della ristrutturazione degli edifici che noi già abbiamo. La città nel suo centro storico è già consolidata, quello che va cambiato sono gli edifici delle periferie che vanno ristrutturati, consolidati, isolati termicamente, ma non vanno buttati giù per ricostruire. Cerchiamo di riutilizzare quello che c'è".

"Il bello della città - sottolinea Toraldo di Francia - è che ci sono tutti questi luoghi che sono anche 'luoghi poetici' diversi. E' chiaro che un luogo poetico può indurre alla violenza, ma momenti di grande conflitto in Italia hanno generato una produzione culturale fortissima, che va dal film poliziesco all'architettura radicale. Un momento creativo straordinario che ha influenzato tutto il mondo. Quindi, attenti ad omogeneizzare la città - avverte - lasciamola nelle sue differenze, naturalmente facendo quelle operazioni di messa in sicurezza che sono necessarie. Ovviamente piantare qualche albero in più non fa male", conclude l'architetto.

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