Erano destinati ad alimentare il commercio illecito di capi di abbigliamento griffati e di apparecchiature (televisori, computer e smartphone), gestito da un'organizzazione criminale che provvedeva a smerciarli all'interno di un bar nel centro di Torino, fino a quando la Guardia di Finanza di Torino non li ha sequestrati. Materiale ora donato alla Comunità Famiglia ''Giovanni Gallo'' di Carmagnola (Torino), che ospita bambini abbandonati, ragazze madri e mamme con figli, che si trovano in difficoltà perché separate o vittime di maltrattamenti.
Per ricostruire la vicenda bisogna tornare indietro di alcuni mesi, quando i Finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria Torino, seguendo le tracce di un'organizzazione dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, si sono imbattuti in un vero e proprio ''supermarket'' del lusso, all'interno del quale venivano commercializzati beni di ogni tipo, ma di provenienza furtiva. In quella occasione, le Fiamme Gialle hanno proceduto al sequestro di circa 4000 pezzi, tra abiti, giubbini, calzature, macchine fotografiche, telefonini, computer, televisori, ecc.
In molti casi, a seguito di una minuziosa analisi delle denunce per furto presentate in tutto il Piemonte, la refurtiva è stata restituita ai legittimi proprietari. Laddove, invece, non è stato possibile identificare gli aventi diritto, i beni sono stati confiscati e, d'intesa con la Procura di Torino, consegnati a persone in difficolta', grazie alla collaborazione della Comunità Famiglia ''Giovanni Gallo''.
