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Torna a Roma '1Metro sotto la metro', mostra diffusa di arte interattiva

03 dicembre 2021 | 16.40
LETTURA: 3 minuti

Dal 10 al 12 dicembre, curata da Arianna Forte e organizzata da Fusolab 2.0 in collaborazione con Atac e Flyer

Torna a Roma '1Metro sotto la metro', mostra diffusa di arte interattiva

Torna 1Metro sotto la metro, la mostra diffusa di arte interattiva metropolitana curata da Arianna Forte e organizzata da Fusolab 2.0 in collaborazione con Atac e Flyer. Il progetto, promosso da Roma Culture, è vincitore dell'Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020-2021-2022, curato dal Dipartimento Attività Culturali.

Sette opere interattive e di new media art esposte in cinque stazioni della Metro C di Roma per tre giorni, dal 10 al 12 dicembre. Questi i numeri della seconda edizione, carrozza centrale di un progetto triennale che coinvolgerà in tutto 20 artisti e 15 “fermate” della terza metropolitana della capitale. La mostra, interamente gratuita, è aperta dalle 15 alle 21 per tutto il fine settimana. Le opere sono ospitate negli spazi delle stazioni non delimitati dai tornelli, pertanto non è necessario essere in possesso di biglietto o abbonamento Metrebus per fruire della manifestazione.

Le fermate e le installazioni: Mirti -> “Mixed-Feelings”: l’installazione interattiva dell’artista concettuale Filipe Vilas-Boas gioca in maniera poetica con le tecnologie di riconoscimento facciale. Ogni visitatore può creare la sua melodia modulando le tonalità attraverso l’espressione del proprio volto. Gardenie -> “All Hail the Deepfake”: nella sua opera, il giovanissimo ricercatore in Tecnologie e Arti, Shaune Oosthuizen, propone una riflessione sul concetto di ‘verità’ ai tempi della manipolazione dei dati, della violazione della privacy e dei contenuti audiovisivi online.

Teano -> “Ommm”: l’artista e ricercatrice in Arti Digitali Patricia J. Reis gioca con la tecnologia per espandere e stimolare le percezioni corporee nello spettatore attraverso una poltrona massaggiante che si attiva con la recitazione dei mantra Om e Am. Teano -> “Sensible”: l'installazione, parte della ricerca sul rapporto tra spazio virtuale e fisico del media artist olandese Bram Snijders (collettivo Deframe), emette uno sfrigolio mesmerico di luce e suono quando oggetti o persone si trovano nelle coordinate della sua soglia_virtuale. Teano -> “Quick Fix”: l'artista e speaker Dries Depoorter propone un'installazione interattiva che offre una soluzione molto rapida ed efficace per un problema che affligge molti “social addicted”: un distributore automatico di like e follower per diventare popolari sui social network.

Pigneto -> “Chat with a stranger” è l’installazione site specific del sound artist pugliese Pier Alfeo, progettata espressamente per la seconda edizione di 1MSM. L’opera riflette su quell'assenza di comunicazione e disindividualizzazione che è tipica dei non luoghi, come lo è appunto la metropolitana, invitando il visitatore a diventare parte di una conversazione aperta e condivisa tra sconosciuti che a sua volta genera dei metaforici contenuti audio-video. S. Giovanni -> “Do ut das - Distributore Automatico Storie”: dopo il grande successo della prima edizione, torna la Guest installation pensata e realizzata ad hoc per Atac dal misterioso collettivo Tamara Ceddi che, in collaborazione con I Poeti der Trullo e il loro Metroromanticismo, stampa una poesia in cambio di ogni Bit usato che viene inserito in quella che sembra una particolarissima “macchinetta” per i biglietti.

"Le opere di questa seconda edizione, ognuna da un suo punto di vista, sono spunti critici - ironici, poetici, intimi o giocosi - sul nostro rapporto con le tecnologie digitali, entrate a far parte della nostra quotidianità in maniera ancora più intima e strutturale in questo particolare e complesso periodo storico", dice Arianna Forte, curatrice della mostra “1Metro sotto la metro”

Si tratta di un’esperienza immersiva, pensata per coinvolgere il pubblico “di passaggio”, che diventa finalmente protagonista di uno spazio attraversato distrattamente tutti i giorni senza mai essere veramente vissuto. Le stazioni della Metro C diventano così porte dimensionali e le opere in mostra sono passaggi che conducono a nuovi punti di vista sul mondo e a nuove fermate dell’immaginario.

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