cerca CERCA
Venerdì 19 Aprile 2024
Aggiornato: 16:35
10 ultim'ora BREAKING NEWS

prato_medievale.xml

16 maggio 2014 | 15.07
LETTURA: 4 minuti

prato_medievale.xml

Riemerge un pezzo della Prato medievale, grazie agli scavi condotti dai ricercatori dell’Università di Firenze. In piazza Santa Maria delle Carceri sono tornati alla luce due tratti di lastricato stradale, un edificio e un’area del cantiere per l’edificazione della Chiesa quattrocentesca, cui la piazza è intitolata. La campagna di scavi, iniziata nel settembre 2012, ha fatto emergere una parte del sistema urbanistico e viario e numerose testimonianze della vita quotidiana fino al XIV secolo di Prato, una delle città medievali meglio conservate d’Italia.

Piazza delle Carceri - L’amministrazione comunale ha messo in cantiere un programma di archeologia preventiva in occasione dei lavori per la riqualificazione di piazza delle Carceri, con la direzione scientifica di Guido Vannini, ordinario di Archeologia medievale, e in collaborazione con le Soprintendenze per i Beni Archeologici e per i Beni Artistici e Architettonici della Toscana.

Federico II di Svevia - Incaricato delle indagini lo spin-off accademico Laboratori Archeologici San Gallo, costituito dai ricercatori di Archeologia medievale dell’Ateneo fiorentino. Obiettivo delle indagini, dirette sul campo da Chiara Marcotulli, il crocevia fra due degli insediamenti altomedievali dalla cui fusione ebbe origine Prato: la curtis e il palatium dei conti Alberti (che dominarono la città fino al XII secolo), il castellum dell’Imperatore Federico II di Svevia e la seconda cinta muraria.

Tre aree - La storia e il risultato degli scavi sono ora in un video (GUARDA), realizzato dal Servizio produzioni multimediali dell’Università di Firenze, disponibile online in concomitanza con la presentazione al pubblico dei risultati delle indagini. “Dopo le indagini georadar, a cura dell’Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del Cnr, abbiamo condotto gli scavi stratigrafici, per verificare e documentare tutto il potenziale archeologico della piazza - spiega Guido Vannini - gli scavi hanno portato alla luce almeno tre aree di particolare interesse archeologico”.

”La prima è relativa a una struttura quadrangolare che ipotizziamo fosse la base di appoggio di una macchina di cantiere, probabilmente funzionale alla costruzione della chiesa di Santa Maria delle Carceri, alla fine del XV secolo - racconta il docente - la seconda comprende un tratto di lastricato stradale, direzionato verso l’altra area archeologica di Palazzo Banci, affiancato da un edificio, probabilmente un’abitazione, a base quadrangolare, con i setti murari rasi”.

Lastricato - “La terza - aggiunge Vannini - è un altro lastricato stradale orientato nord-sud che per l’eccellenza tecnica costruttiva e la dimensione (5,4 metri) appare di grande rilevanza per la storia medievale della città, già dalle prime analisi. Da quello che emerge dalle indagini fin qui condotte entrambi i setti stradali potrebbero essere stati utilizzati fino alla seconda metà del XIV secolo, mentre l’edifico potrebbe aver cessato la sua funzione a partire dalla metà dello stesso secolo”.

”Il patrimonio medievale di Prato - conclude Vannini - è uno dei meglio conservati in assoluto e questi rinvenimenti sono di grande rilievo per una ‘storia archeologica’ della città, che adesso diventa praticabile. Continueremo a lavorare per realizzare attività di comunicazione diffusa, assieme alla rete museale di Prato, e promuovere la storia medievale di Prato anche in termini socio economici, in un’ottica di Archeologia Pubblica”.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza