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Torna Fini: ''Destra fossilizzata ma si può giocare partita vincente''

28 giugno 2014 | 21.00
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A Roma la convention dell'ex presidente della Camera che torna in campo da allenatore VIDEO: ''Rivolgiamoci ai delusi, ascoltiamo il Paese. Se non ci muoviamo Renzi governa 20 anni''

(FB/Partecipa)
(FB/Partecipa)

Nella nuova sfida politica che lancia dal palazzo dei Congressi dell'Eur dopo un anno di silenzio, Gianfranco Fini guarda al futuro, non recide le radici profonde della destra a partire da Almirante mai nominato ma evocato, non rottama ma rinnova e, soprattutto, sceglie di mettersi in gioco in prima persona e in solitudine. 'Partecipa', si chiama l'iniziativa che l'ex presidente della Camera ha organizzato oggi a Roma.

Una convention che già nel format declina i punti di riferimento e lo 'schema' scelto da Fini per quella che lui stesso definisce "una partita difficilissima" da giocare. A scaldare la platea è un video in cui scorrono campioni come Federica Pellegrini e Valentino Rossi, mentre lo spot dell'evento è un filmato in cui Fini appare in veste di allenatore che manda giovani calciatori in campo.

Infine, l'obiettivo, chiaro: "Dobbiamo ragionare rivolgendoci non tanto ai partiti di destra e centrodestra ma agli italiani delusi dalla situazione della destra e del centrodestra, a quelli che gli hanno voltato le spalle". Se queste sono le premesse, Fini sceglie uno schema di gioco insolito per lui, per certi versi realistico.

"Dobbiamo dimostrare che la politica non coincide con il seggio in Parlamento, non ha alcun senso parlare di alleanze, cercare scorciatoie o mimetismi per cercare di rientrare nel Palazzo: siamo fuori dal Palazzo perché cosi hanno voluto i cittadini. Ora dobbiamo ascoltare il Paese", dice con chiarezza per poi aggiungere: "Siamo in una fase magmatica, con una forma di presenza politica senza tessere, movimentista, dal basso".

Ma questo momento 'magmatico' in realtà non durerà troppo a lungo, perché Fini annuncia alla fine della convention l'avvio delle assemblee regionali e quindi di una fase di radicamento di un movimento che oggi è ancora senza nome: "E' l'ultimo problema, prima parliamo tra di noi, poi pensiamo ai nomi". Quindi, fuori dal Palazzo, senza una vera organizzazione, "senza un centesimo" è il perimetro della sfida del Fini 'movimentista' che ha deciso di giocare quasi in solitudine.

Poi è lo stesso ex leader di An a indicare le premesse indispensabili per "giocarsela": "Si deve guardare avanti senza agitare una ideale scimitarra. Sarà deluso chi si aspetta da me chissà quali polemiche e recriminazioni. Faccio un appello, evitiamo lo sterile sfogatoio o la seduta psicanalitica collettiva". Ancora, serve una sana autocritica: "Dobbiamo guardare avanti coscienti di aver vissuto momenti difficili e dolorosi, in cui sono consapevole di aver commesso errori. Il che non significa essere pentiti perché il tempo è galantuomo".

Chiusa la stagione dei colonnelli, in platea all'Eur di Roma pochi, pochissimi volti noti (Enzo Raisi, Nino Lo Presti, Giuseppe Consolo tra questi) e tutti "a titolo personale". Molta società civile, professioni, qualche quadro locale per una iniziativa che in sostanza non contempla i protagonisti del passato.

Promette non rottamazione ma rinnovamento: "Non esistono uomini per tutte le stagioni. Io ho la presunzione non di tornare in campo ma di allenare una squadra capace di giocare la partita e tornare a vincere". L'obiettivo è comunque ambizioso: "Se il centrodestra e la destra non si riorganizzano e ripartono dai contenuti rischiano di mettere a repentaglio la democrazia dell'alternanza e Renzi può governare per i prossimi 20 anni. Perchè a sinistra si sono messi a correre, mentre la destra e' fossilizzata".

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