In termini di natura giuridica, nel 2013 si sono sviluppate le forme più ''complesse'' d'impresa: le società di capitali (2.352 unità in più rispetto al 2012) - ormai un quarto delle imprese toscane - e le altre forme giuridiche (+1.377), fra cui rientrano le società cooperative e quelle consortili. Sono invece diminuite le forme giuridiche più ''semplici'': le società di persone (-426 unità) e le imprese individuali (-1.967). Queste ultime, nonostante la forte contrazione registrata negli ultimi due anni, rappresentano ancora la metà delle aziende toscane e hanno determinato il 65% delle iscrizioni ed il 74% delle cessazioni avvenute nel 2013.
A livello settoriale, edilizia e agricoltura perdono imprese a tutta velocità. Per l'agricoltura il ridursi delle aziende (-1.051 nel 2013) è divenuto ormai strutturale, mentre l'emorragia di imprese nell'edilizia (-1.689) è legata alle profonde difficoltà attraversate dal settore ed alla grave crisi del mondo artigiano operante nella filiera (in Toscana il 70% delle imprese dell'edilizia è artigiana, per lo più attive nella installazione di impianti e nei lavori edili di completamento).
Fra le attività industriali, gli unici bilanci positivi riguardano il comparto alimentare (+93 aziende), il chimico-farmaceutico (+13) e, nel sistema moda, la filiera abbigliamento-pelli-calzature (+108 imprese). Il tessile (-79 unità) ha invece continuato il processo di involuzione che negli ultimi 4 anni è costato la perdita di oltre 400 imprese, e fra gli altri comparti manifatturieri sia le attività della meccanica-elettronica che quelle del legno mobili (-145 unità) hanno registrato un saldo negativo, in quest'ultimo caso collegato alla perdurante crisi del sistema-casa. (segue)