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Toscana: sindrome stanchezza cronica, Aoup contribuisce a linee guida

16 aprile 2014 | 17.31
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Pisa, 16 apr. (Adnkronos Salute) - C'è il contributo dell'Aoup nelle nuove linee guida nazionali, presentate a Roma in marzo, sulle più recenti e validate acquisizioni scientifiche sulla Chronic fatigue syndrome, sindrome da stanchezza cronica, che colpisce in particolare le donne ed è difficile da diagnosticare. Laura Bazzichi, responsabile dell'Ambulatorio di fibromialgia e fatica cronica dell'Uo di reumatologia dell'Aoup, è infatti fra gli autori di alcuni capitoli del documento, promosso da Agenas-Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, nell'ambito di un più vasto progetto strategico del ministero della Salute sulla medicina di genere e l’appropriatezza delle cure.

L'idea era di costituire una task force di esperti nazionali, per elaborare un documento che puntualizzasse gli aspetti salienti della patologia con un'ottica di genere e con l'autorevolezza di un'ampia ricerca bibliografica e multidisciplinare. E Bazzichi - precisa in una nota l'Aoup - ha portato nelle linee guida il bagaglio di esperienze maturato a Pisa dove, da anni, esiste il Geff-Gruppo esperti fibromialgia e fatica cronica, cui afferiscono numerosi specialisti dell'Aoup, che svolge attività assistenziale all'interno dell'ambulatorio dedicato nella Reumatologia del Santa Chiara. A lei si affiancano psichiatri, psicologi, biologi, farmacisti, nutrizionisti e, a rotazione, si aggiungono fisiatri, gastroenterologi, infettivologi e neurologi.

La sindrome da fatica cronica è una patologia che si manifesta generalmente in soggetti adulti tra i 20 e i 40 anni (nella maggior parte dei casi donne) e ha un andamento ciclico. Chi ne è affetto lamenta, oltre alla stanchezza disabilitante che riduce di oltre il 50% le proprie attività, anche dolori delle ghiandole linfonodali cervicali e ascellari, faringite, febbricola, dolori muscolari e articolari, cefalea, problemi di concentrazione e memoria, disturbi del sonno. La fatica che caratterizza la malattia non solo non si allevia con il riposo ma si aggrava in seguito allo svolgimento di attività fisiche e/o intellettuali. Con l'avanzare della malattia si possono associare disturbi dell'umore di tipo reattivo. Le terapie attualmente somministrate prevedono, quanto a farmaci, antidepressivi, cortisonici, antivirali, integratori, immunostimolanti e/o immunosoppressori, associati a terapia cognitivo-comportamentale e a una moderata attività fisica.

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