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Tra odio e instabilità: gli Usa verso il voto

01 novembre 2018 | 12.51
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(Afp)
(Afp)

Una serie di pacchi bomba spediti a leader democratici ed alla Cnn da un estremista di destra, il massacro in una sinagoga di Pittsburgh sempre ad opera di un nazionalista: l'America si avvicina al voto di midterm martedì prossimo in una situazione di violenza ed instabilità che non ha precedenti.

Un incendio che secondo molti è stato appiccato anche dalla retorica elettorale e dalle politiche divisive del presidente Donald Trump. Le parole di Trump sono "un invito ad odiare in modo aperto, senza rimorsi, a chiamare i messicani violentatori e criminali, a chiamare i richiedenti asilo animali, una piaga, a descrivere i nazionalisti bianchi, gli uomini del Ku Klux Klan, neo nazisti come brave persone", ha affermato Beto O’Rourke, il candidato al Senato in Texas che sta, cosa ritenuta impensabile, accorciando ogni giorno di più le distanze dal repubblicano Ted Cruz.

"Ha certamente contribuito a creare l'atmosfera in cui ci troviamo in questo momento", ha aggiunto, intervistato dalla Msnbc, il deputato democratico di El Paso, riferendosi al massacro nella sinagoga di Pittsburgh ed ai pacchi bomba inviati da un estremista di destra, sostenitore di Trump, a Barack Obama, Hillary Clinton ed altri esponenti democratici e della stampa, che Trump ha bollato come 'nemico pubblico".

Quello che comunque è indubbio è che Trump ha trasformato le elezioni di midterm in un referendum su di lui. "Il mio nome non è sulla scheda. Ma in un certo senso c'è, quindi per favore andate a votare", ha detto Trump in uno dei tanti comizi che ha tenuto, di fronte alla folla estasiata di sostenitori che ama scandire slogan tipo "Cnn sucks", la Cnn fa schifo, in giro per il Paese.

In linea con il suo carattere, Trump ha quindi deciso di giocare d'azzardo, abbandonando la cautela con cui i presidenti americani di solito tendono a tenersi a distanza dalle elezioni di midterm, che tradizionalmente tendono a punire il partito che sta alla Casa Bianca. L'obiettivo è quello di galvanizzare la base elettorale, ancora fedelissima a Trump, per contrastare l'offensiva degli avversari che sembra possa dare dei risultati soprattutto alla Camera, dove i democratici hanno, a pochi giorni dal voto, buone possibilità di strappare ai repubblicani i 23 seggi che possono dare loro la maggioranza.

A spingere quella che i democratici sperano diventi una "blue wave" è soprattutto l'opposizione e la 'resistenza' al presidente Trump, che affronta l'appuntamento elettorale di martedì con una popolarità al 42%. La polarizzazione del voto, sia da parte democratica che da parte di Trump, appare destinata quindi a far registrare martedì un'affluenza più alta di quella, solitamente bassa, delle elezioni di medio mandato. Ed i sondaggi registrano un netto aumento dell'early vote in stati chiave come il Texas e la Florida.

Da parte sua Trump sembra aver deciso, dopo i toni presidenziali e composti scelti dopo la strage di Pittsburgh e durante la visita, peraltro contestata dagli stessi leader cittadini e religiosa, nella città della Pennsylvania, di tornare ai toni ispirati alla furia ed alla paura negli ultimi giorni di campagna elettorale, con un'agenda di 11 comizi in otto Stati.

L'argomento principe con cui cercherà in tutti i modi di mobilitare, e spingere alle urne, il suo elettorato sarà quello dell'invasione di migranti letteralmente alle porte, da quando - una sorta di 'regalo' elettorale per Trump - è partita la carovana di migliaia di migranti dai Paesi dell'America Centrale. E rientra sicuramente nella strategia elettorale la nuova crociata contro lo ius soli, la possibilità di ottenere la cittadinanza se si nasce in territorio americano che ora Trump vuole abolire.

Un sondaggio realizzato da The Harris Poll insieme all'Harvard University’s Center for American Political Studies conferma che il voto di martedì sarà per o contro Trump: il 42% degli elettori lo considera come una possibilità di dare un segnale di opposizione al presidente, mentre il 37% un modo per mostrare il proprio sostegno a Trump.

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