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Conti correnti

Trasparenti e sociali: le nuove banche dei Millennials

25 agosto 2021 | 12.44
LETTURA: 3 minuti

Sostenibili, antirazziali, LGBT: la diaspora dai cc tradizionali verso nuove forme di risparmio con attenzione a quello che accade nel mondo.

 - Da Firstboulevard.com
- Da Firstboulevard.com

Tra i tanti settori che i millennial stanno cambiando non poteva mancare quello delle banche, in particolare dei grandi istituti. Se n’è accorto un recente studio della società di consulenze bancarie Cronerstone Advisors, condotto tra ottobre 2020 e luglio 2021, che ha cercato di identificare le istituzioni preferite dai consumatori per depositare i propri risparmi.

La percentuale di millennials (e cioè la fascia d’età tra i 26 e i 40) che hanno il proprio conto principale con Bank of America è scesa nel periodo soggetto all’indagine, circa dieci mesi, dal 22% al 13%. Ma anche la Generazione X (tra i 41 e i 55 anni) ha diminuito la sua presenza con il colosso bancario statunitense, scendendo dal 18 al 10%. Il declino complessivo per la Bank of America è stato del 32%, passando da 38,6 a 26,3 milioni di correntisti “primari”. Un declino consistente, condiviso da altri grandi istituti. Wells Fargo ha “perso” 870mila clienti specialmente nella Generazione Z (nati tra il 1995 e il 2010). Lo stesso è successo alle Community bank (l’equivalente delle casse di credito cooperativo), che hanno perso 1,66 milioni di correntisti, e le Credit Unione (600mila clienti in meno). Tutti tra millennial e GenZ.

Ma questi consumatori relativamente giovani non sono certo passati a conservare i soldi sotto al materasso. Se da un lato mantengono - anche se non come conto corrente principale - la presenza nei grandi istituti, il loro punto di approdo sono le banche digitali. Uno su quattro in quella fascia di età ha il suo conto principale in una digital bank, con un raddoppio percentuale rispetto a nove mesi fa. E persino la più anziana Generazione X sta salendo a bordo del nuovo trend. La percentuale che si è spostata da un grande istituto tradizionale da una banca digitale è passata dall’8% al 14% nello stesso periodo. Tra i servizi più popolari PayPal, Current, Dave e Square Cash, anche se alcuni di questi non possono essere definiti in tutto e per tutto conti correnti.

Stupisce soprattutto dato l’impegno che Bank of America aveva messo nello sviluppo della sua piattaforma di online banking e nei servizi digitali offerti, e fa ripensare le priorità di queste fasce d’età che sono interessate non tanto alla quantità di opzioni disponibili, quanto al design e all’innovazione del prodotto. Queste fintech permettono una personalizzazione molto più elevata e ridisegnano il concetto stesso di conto corrente, ma i loro punti di forza non stanno solo qui: dietro spesso c’è un rivolgersi a pubblici ben definiti, in nicchie di età o di interesse. E quindi pur non essendo banche, finiscono per essere preferite e indicate da fasce sempre più ampie di persone come tali.

Ad esempio i consumatori attenti all’ambiente hanno trovato in Aspiration la banca ideale: misura con uno specifico indice la sostenibilità delle imprese, assegnando un punteggio anche ai clienti in base ai loro acquisti. E permette, con piccoli arrotondamenti, di alleviare il proprio impatto ambientale e finanziare iniziative per la conservazione delle foreste. Ci sono poi fintech che sostengono cause razziali, come First Boulevard che offre un cashback per chi compra presso business di gestione afroamericana. Daylight, particolarmente attenta alla comunità LGBT, offre la possibilità di richiedere carte di credito con il nome scelto (e non quello assegnato alla nascita) ed è diventata così estremamente popolare tra i transessuali, oltre ad offrire consulenze finanziarie ad hoc.

È chiaro che tutti questi consumatori non stanno abbandonando in massa i grandi istituti, piuttosto li stanno usando come un “parcheggio” per i propri risparmi in attesa di spostarli verso luoghi migliori, che spesso però non sono colossi ma piccole realtà fintech più vicine alle esigenze, alle cause, e alle priorità dei nuovi risparmiatori. E non basteranno certo strumenti di mobile banking per fermare questo trend.

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