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Tre cittadini americani ancora nelle prigioni di Kim

20 giugno 2017 | 11.43
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(Foto Afp)
(Foto Afp)

Sono tre i cittadini americani ancora detenuti nelle prigioni nordcoreane. Joseph Yun, l'inviato speciale del dipartimento di Stato, ha potuto incontrarli mentre si trovava a Pyongyang per negoziare per Otto Warmbier, lo studente 22enne morto in un ospedale dell'Ohio dove era stato ricoverato, in stato di coma con un trauma al cervello, dopo il rilascio dalla prigione nordcoreana in cui aveva scontato 17 mesi della condanna a 15 anni ai lavori forzati.

- Kim Dong Chul, che dichiara essere cittadino naturalizzato americano residente in Virginia, è stato condannato nell'aprile del 2016 a 10 anni di lavori forzati per spionaggio. Della sua detenzione si è avuta notizia nel gennaio di quell'anno quando le autorità nordcoreane hanno permesso alla 'Cnn' di intervistarlo sotto il loro diretto controllo. Nell'intervista il 62enne, che svolgeva attività missionaria cristiana nel Paese, ha ammesso di essere una spia per i sudcoreani dall'aprile del 2013.

- Kim Sang-duk, cittadino americano che utilizza anche il nome di Tony Kim, è stato arrestato il 22 aprile scorso all'aeroporto di Pyongyang mentre cercava di lasciare il Paese dove era tornato per insegnare all'università di Scienze e Tecnologia di Pyongyang. Secondo l'accusa l'uomo avrebbe commesso "azioni criminali ostili volte a rovesciare" il governo. Secondo quanto riportato dai media sudcoreani, Kim - che in precedenza aveva insegnato in un'università cinese - era coinvolto in attività umanitarie ed aveva aiutato un orfanotrofio. Al momento dell'arresto Kim era con la moglie che però è riuscita a fare rientro negli Stati Uniti.

- Kim Hak-song, agronomo naturalizzato americano, era impegnato in progetti per migliorare la produzione agricola del Paese. E' stato arrestato qualche settimana dopo, ai primi di maggio. E' docente dell'ateneo fondato nel 2010 da un imprenditore cristiano coreano-americano, finanziato in gran parte da organizzazioni cristiane americane e di Seul. Nato in Cina da famiglia coreana, si è trasferito negli Stati Uniti negli anni '90 dove è anche diventato pastore della chiesa evangelica, Oriental Mission Church, di Los Angeles. Intervistata dalla Cnn dopo la notizia dell'arresto la moglie, Kim Mi-ok, ha espresso l'auspicio che la detenzione del marito "si risolva in modo umanitario e possa ritornare dalla nostra famiglia che lo sta aspettando a casa".

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