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Tredicesime più pesanti ma se ne andranno tutte in tasse.

22 novembre 2014 | 10.06
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Il primo dato relativo a una stima dell’Ufficio studi della Cgia sui lavoratori dipendenti: fino a 20 euro in più. Ma per l'Adusbef resterà poco nelle tasche degli italiani. Coldiretti: al via lo shopping delle feste

 (Infophoto)
(Infophoto)

I lavoratori dipendenti italiani riceveranno una tredicesima più “pesante” di quella percepita l’anno scorso; tuttavia, è opportuno ricordare che questa ulteriore mensilità non beneficerà del bonus degli 80 euro introdotti dal Governo nella primavera scorsa per i redditi medio-bassi. Lo rileva una stima dell’Ufficio studi della Cgia su tre categorie di lavoratori dipendenti: operai, impiegati e quadri/capo ufficio del settore privato.

Dunque tredicesime leggermente più sostanziose anche se, avverte Adusbef, se ne andranno tutte in tasse, mutui e debiti da pagare.

“L’importo reale della tredicesima 2014 sarà più elevato rispetto a quello dell’anno scorso. Nello specifico, si tratta di 12 euro in più per un operaio specializzato, di 13 euro in più per un impiegato, mentre per un capo ufficio l’incremento sarà di 20 euro. Questi ritocchi - sottolinea il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - sono riconducibili al fatto che gli aumenti contrattuali sono stati superiori alla crescita dell’inflazione registrata quest’anno”.

La Cgia stima che oltre 33 milioni di pensionati e di dipendenti pubblici/privati italiani percepiranno quest’anno quasi 38 miliardi di euro di tredicesime: questo importo garantirà alle casse dell’erario un gettito di oltre 9,7 miliardi di euro.

“I lavoratori dipendenti che hanno goduto quest’anno del bonus introdotto dal Governo Renzi - spiega Bortolussi - non potranno beneficiare di questa agevolazione sulla mensilità aggiuntiva: la legge, infatti, non lo prevede. Anzi, non è da escludere che alcuni dipendenti che hanno percepito lo sconto fiscale fino ad ora siano costretti a restituirlo. Infatti, gli 80 euro in più in busta paga spettano a coloro che non superano i 24.000 euro di reddito e in misura minore se lo stesso è compreso tra i 24.000 e i 26.000 mila euro. Pertanto, se nel corso dell’anno sono state superate queste soglie, senza che il datore di lavoro ne abbia tenuto conto, la restituzione di quanto percepito avverrà con la decurtazione della busta paga di dicembre”.

A ciò si aggiunge l'allarme dell'Adusbef: infatti, nel rincorrersi dei pagamenti da effettuare entro il 31 dicembre, dei 34,20 miliardi di euro di tredicesime che verranno pagate quest’anno, soltanto il 9,4 per cento, ossia 3,2 miliardi di euro, resterà realmente nelle tasche di lavoratori e pensionati da destinare a cenone, regali, viaggi e, purtroppo, "pochi" risparmi.

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