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Tremonti attacca, Renzi risponde: "Evidentemente ai Consigli Ue andava il suo gemello"

27 giugno 2016 | 12.53
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"Evidentemente quello che ha partecipato per vent'anni ai Consigli europei, facendo e disfacendo le regole che noi stiamo cercando di cambiare, deve essere stato il fratello gemello di Tremonti di cui ignoravamo l'esistenza". Così il premier Matteo Renzi lasciando il Senato a proposito dell'intervento in Aula di Giulio Tremonti.

Nel corso del dibattito generale, dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, l'ex ministro dell'Economia ha detto che "il bicameralismo non è stato affatto abolito, ma è stato concentrato, distorto: un bicameralismo suicida. Una Costituzione, la sua, che non porterà la fine della confusione, ma piuttosto una confusione senza fine. Si noti, per inciso, che chi semina referendum non necessariamente raccoglie plebisciti. Quello dell'Inghilterra è l'incidente del futuro; per fortuna, si è verificato ancora prima che la Costituzione entrasse in funzione".

"Più di due anni fa, signor presidente - ha affermato fra l'altro Tremonti - lei è venuto per la prima volta in quest'Aula come l'ultimo Presidente a chiedere la fiducia al Senato. Da ottobre potrebbe avere ragione per pentirsene, dovendo recarsi nel suo nuovo Senato, un Senato vischioso e paludoso, per chiedere voti sempre più decisivi per le sorti del Paese, ma senza poter imporre la fiducia. Per avere i voti dovrà andarci in compagnia di indovini, di cartomanti o peggio".

Nel suo intervento l'ex ministro dell'Economia ha sottolineato che "non si possono gestire fenomeni così forti e così nuovi con formule che sono tanto vecchie quanto sbagliate e quindi abbiamo davanti tre ipotesi principali: la prima, continuare a credere che possa ancora reggere una Unione sopra gli Stati; una Unione che pretende di avere - e ancora di conservare - potere senza responsabilità sopra, e senza democrazia sotto, liberi tutti di parlare e di votare su tutto, proprio su tutto, tranne che sull'Europa".

"Secondo scenario: ritornare - ha proseguito - a Stati tra loro isolati, padroni del loro passato, ma fatalmente destinati ad essere dominati da forze globali che si sono già viste essere ancora peggiori di questa Europa. Non si può certo escludere che si arrivi a questo passaggio, ma, prima che sia così, abbiamo il dovere politico e storico, il dovere di provare a tornare allo spirito creatore dell'Europa, come era negli ideali originari e come poi è stato invece tradito, sovvertendo la regola costituzionale fondamentale della sussidiarietà nel rapporto tra gli Stati e l'Unione europea".

"Terzo scenario: non una Unione senza gli Stati, non Stati senza Unione, ma sostituire i vecchi trattati con nuovi articoli di confederazione. Riscrivere i trattati ex novo - ha concluso il senatore di Gal - definendo cosa può essere fatto meglio sopra, a partire, per esempio, dalla difesa, ma lasciare sotto tutto il resto, come è appunto nella logica e nel principio della sussidiarietà. I popoli sono più saggi di Bruxelles nello scrivere le leggi destinate a governare la loro vita nella libertà e per la prosperità, senza alcun bisogno del dominante integralismo giuridico europeo".

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