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Treno deragliato, procuratore: "Scambio fuori posizione"

06 febbraio 2020 | 17.14
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Due morti e 31 feriti nell'incidente ferroviario avvenuto nel lodigiano sulla linea Milano-Bologna. Le vittime sono due macchinisti. Al vaglio l'ipotesi errore umano. La notte scorsa sulla linea erano in corso lavori di manutenzione: identificati e interrogati gli operai. Le prime immagini. Da Viareggio a Pioltello: le tragedie sui binari

Treno deragliato, procuratore:

dall'inviata Antonietta Ferrante
La motrice sbalzata e sventrata quasi come un corpo estraneo dal resto di un convoglio che resta piegato sui binari, immobile nel silenzio della campagna lodigiana. E' questa la fotografia dell'incidente ferroviario che è costato la vita a Giuseppe Cicciù, 52 anni, e Mario Di Cuonzo, 59, macchinista e addetto dello Ferrovie dello Stato che viaggiavano sul Frecciarossa partito da Milano e diretto a Salerno, deragliato alle 5.35 all'altezza di Ospedaletto Lodigiano.

Un bilancio, "poteva essere una carneficina" non nasconde il prefetto di Lodi Marcello Cardona, attutito dall'orario - il treno era partito poco dopo le 5 dal capoluogo lombardo - e dai pochi passeggeri a bordo: le prime carrozze ospitavano uno, due persone, in tutto 33 a bordo. La conta finale è di 31 feriti, ricoverati in diversi ospedali della zona: nessuno è in pericolo di vita, il più grave è un addetto alle pulizie che ha riportato delle fratture multiple alle gambe. Tranne lui tutti i feriti sono usciti da soli, "spaventati e in lacrime" raccontano i vigili del fuoco, dalle carrozze ricurve. L'incidente è probabilmente legato a un errore umano successivo a dei lavori di manutenzione che solo poche ore prima dell'incidente hanno interessato uno scambio lungo la tratta dell'alta velocità. Gli inquirenti sono prudenti ma è qui che l'attenzione del Nucleo operativo incidenti ferroviari, coordinato dal vice questore della polizia Marco Napoli, si concentra. Il locomotore "si è staccato a 300 chilometri all'ora e ha deragliato all'altezza di uno scambio posto in una posizione diversa da quella che doveva essere", spiega in conferenza stampa il procuratore di Lodi Domenico Chiaro.

In gergo tecnico sotto osservazione finisce il 'deviatoio', parte dello scambio, all'altezza dell'incidente, "interessato da lavori di manutenzione. Dobbiamo verificare se era chiuso o aperto, se lo scambio fosse stato dritto per dritto il treno non sarebbe deragliato", aggiunge il procuratore. La motrice, ossia la prima carrozza su cui viaggiavano i macchinisti, si è distaccata - per un sistema di sicurezza - non facendo deragliare il resto del treno e togliendo velocità al Frecciarossa. La corsa della prima vettura è stata frenata da diversi ostacoli, tra cui alcuni carrelli, ed è finita contro una palazzina degli attrezzi delle ferrovie. Un impatto che ha sbalzato i macchinisti fuori: sono morti sul colpo, i loro colpi sono stati trovati a terra, a diverse decine di metri di distanza dal punto iniziale dell'impatto.

Saranno le scatole nere presenti sul Frecciarossa, già recuperate, a restituire gli ultimi istanti di un viaggi finito bruscamente. L'idea che si fa strada è quella di un "errore umano", non nasconde il procuratore, per uno scambio lasciato aperto che devia involontariamente la corsa del treno. Un errore legato alla manutenzione avvenuta neppure un'ora prima dell'incidente: non è chiaro se siano stati fatti lavori ordinari o straordinari, né se fossero terminati. "Se i lavori di manutenzione vengono fatti vuol dire che qualcosa si è rotto, altrimenti non ci sono motivi per farli alle 4.30. Quel treno è il primo che passava dal luogo dove sono avvenute le attività di riparazione, dobbiamo cercare di capire cosa non ha funzionato", dice il procuratore.

Ci vorrà tempo per dissequestrare l'area e tornare alla normalità, così per individuare eventuali responsabilità legate a eventuali pecche nella manutenzione della linea delle ferrovie che sarebbe "affidata a personale interno", dunque non subappaltato.

Al momento la procura indaga per disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime a carico di ignoti. "Le società coinvolte Trenitalia e Rfi hanno già avviato una commissione d'inchiesta è danno la massima disponibilità agli organi competenti per collaborare" le parole dell'amministratore delegato di Fs Gianfranco Battisti dal luogo dell'incidente. E supporto alle indagini arriva anche dal ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli: "Alla procura il ministero garantirà ogni supporto. Continuerò a prendere il treno, già da domani. Inviterei tutti a non lasciare spazio a fantasie o a ricostruzioni inidonee in attesa del lavoro che sta svolgendo la procura di Lodi".

Intanto sono stati identificati dalla Polizia Ferroviaria, apprende l'Adnkronos, gli operai che la notte scorsa hanno operato sulla linea poche ore prima del deragliamento del treno. Gli operai, già sentiti dalla Polfer, si sarebbero giustificati dicendo di aver svolto correttamente il lavoro.

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