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Minibot della discordia

18 giugno 2019 | 14.10
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Tria: sono una misura "illegale e non necessaria. Manovra trumpiana? Implica avere il dollaro". Vertice di governo mercoledì

(Afp)
(Afp)

Conti, manovra, minibot, le questioni economiche continuano ad infiammare il confronto politico. In attesa del vertice di domani tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, e il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, per fare il punto sull'agenda economica, si alza la tensione nella maggioranza, con il botta e risposta fra il leader leghista e il titolare del Mef. "Una manovra trumpiana implica avere il dollaro, e noi abbiamo l'euro" ha detto oggi Tria, a margine di un incontro con gli investitori a Londra, secondo quanto confermato dal suo portavoce. Ieri era stato Salvini, a rispondere "Why not..." a chi gli chiedeva se la prossima manovra finanziaria potrebbe 'trumpiana'.

A parte questo, ha sottolineato il titolare del Mef, "la nostra manovra è quella che abbiamo deciso e approvato basata su una politica fiscale prudente, ma compatibile con la necessità di crescere di più". I minibot, ha rilevato ancora Tria, sono una misura "illegale e non necessaria" e "non sono nell'agenda del ministero del Tesoro, a parte il fatto che non ne abbiamo bisogno per risolvere il problema dei pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese, visto che questo debito è diminuito". Per Tria, comunque, "non esiste un problema di rischio Italia, il vero problema italiano è che negli ultimi 10 anni lo scarto di crescita economica rispetto alla media Eurozona è dell'1%, pesano adesso i rischi che derivano dal contesto globale. Per questo è importante avere in Italia lo spazio per investimenti dato il divario rispetto alle necessità in termini di infrastrutture di qualsiasi tipo".

Salvini però, entrando all'assemblea di Confartigianato, ha ribadito che i minibot "non sono solo nel contratto di governo, ma sono anche stati votati dalla Camera dei deputati, sono uno strumento per pagare i debiti della pubblica amministrazione. Se qualcuno ha uno strumento più intelligente bene, altrimenti si va avanti con quello". Pronta la replica di Tria: a Salvini sui minibot "non ho niente da rispondere. La mia risposta è che non ne abbiamo bisogno, per il semplice motivo che il debito della Pubblica amministrazione con i fornitori si è ridotto" a un livello poco più che fisiologico. "La P.A. paga nei tempi previsti, anzi, mi augurerei che il settore privato pagasse negli stessi tempi" del settore pubblico. "Siamo in grado di pagare i nostri debitori - ha aggiunto - quindi non ho bisogno di trovare misure alternative". Il ministro ha ricordato che lo stock di debito verso le imprese "si è ridotto di molto. Certo la P.a. paga in modo diseguale" ma laddove i tempi non vengono rispettati "non è per mancanza di fondi ma per problemi amministrativi".

A stretto giro Claudio Borghi, deputato della Lega, a 'Un giorno da pecora' ha commentato: "Per Tria minibot pericolosi e illegali? Ci vuole una grande pazienza, non so perché la pensi così, quando potremo fare una riunione gli spiegheremo che non è così. Il ministro dell'Economia deve fare quel che il programma di governo, che lui ha visto e sottoscritto, dice". Tria ha stroncato senza appello i minibot. "Perché non li ha ancora capiti. Non sono illegali, perché nessuno è obbligato ad accettarli. Gli faremo cambiare idea". Entro quando si faranno i minibot? "L'idea sarebbe farli con la Legge di Bilancio, entro l'anno, per poi farli entrare in vigore nel 2020". Da quale mese del prossimo anno? "Direi l'estate del 2020". Lei si farebbe pagare il suo stipendio in minibot? "Si, assolutamente. Se ci fossero, volentierissimo", ha concluso Borghi a Rai Radio1.

Senza citare i minibot, Luigi Di Maio, in un passaggio del suo intervento a Confartigianato, ha ribadito che “l’obiettivo è pagare i crediti della pubblica amministrazione. Su questo c’è un dibattito in questi giorni che è partito dal Parlamento. Io non mi affeziono ai nomi o ai termini ma è chiaro che bisogna pagare i debiti dello Stato altrimenti lo Stato non ha nessuna credibilità per poi chiedere agli imprenditori e ai cittadini”. “Da quest’anno - ha aggiunto - c’è una sezione apposita del fondo di garanzia che dice, per gli imprenditori che hanno credito con la Pa, che noi interveniamo a sostegno e non li mandiamo per aria con i prestiti bancari scoperti o con altri strumenti che purtroppo causano la chiusura delle imprese”.

A FINE MESE NUOVE STIME DEFICIT - Sul fronte dei conti pubblici, dove pende la scure di una procedura europea, oggi Tria ha spiegato che a fine mese con la Legge di assestamento arriveranno le stime riviste sul deficit italiano al 2,2-2,1% del Pil. "Nel 2019 il deficit sarà più basso del 2,4% fissato nel Documento di economia e finanza e sarà al 2,2- 2,1% del Pil, più probabilmente 2,1%", ha detto, aggiungendo che questa revisione è resa possibile sulla base "di entrate aggiuntive che abbiamo già e qualcosa di addizionali, ulteriori risparmi nel secondo semestre". Stime messe nero su bianco sul provvedimento delle prossime settimane accanto a un impegno del governo a rispettare gli obiettivi di finanza pubblica. "Si tratta di passare da una politica di contenimento del deficit basata sull'incremento delle tasse ad una politica di contenimento del deficit basata sul contenimento della spesa corrente", ha spiegato Tria. Nessuna manovra di shock fiscale in stile Trump quindi all'orizzonte per l'Italia.

MATTARELLA - In un passaggio del suo saluto all'assemblea di Confartigianato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sottolineato che "assicurare la solidità dei conti è essenziale per la tutela del risparmio e l'accesso al credito, per sostenere l'economia reale e lo sviluppo di nuovi progetti per la valorizzazione dei nostri territori, per creare lavoro di qualità e una crescita inclusiva". "In un contesto di persistenza di rischi e di incertezza, anche a livello internazionale, serve una visione chiara del futuro e uno sforzo condiviso per rilanciare la fiducia e gli investimenti - ha aggiunto il capo dello Stato - Infrastrutture, materiali e immateriali, conoscenza e formazione, come pure le connessioni - indispensabili nell'economia digitale - sono cruciali per sostenere la competitività e consentire anche alle piccole imprese e agli artigiani, pilastro della nostra economia e della nostra tradizione, di sviluppare metodi produttivi innovativi e accedere a nuovi mercati".

Ai cronisti che gli chiedevano di commentare le parole di Mattarella sulla necessità di "assicurare la solidità conti", Salvini ha risposto: "I conti sono in disordine perché abbiamo applicato per troppi anni le regole della precarietà e dell’austerità e dei tagli imposti dall’Europa". Per il leader della Lega "il debito è cresciuto di 650 miliardi in 10 anni, per far diminuire il debito occorre che gli italiani lavorino e gli italiani lavorano di più e meglio se le imprese pagano meno tasse".

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