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Tribunale riconosce adozione di una bimba alla compagna della mamma: è bufera

29 agosto 2014 | 15.42
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La decisione del Tribunale per i minorenni di Roma, primo caso in Italia. La coppia: "Siamo felici, è una sentenza per i bambini". Scalfarotto: "La magistratura ha aperto la strada, ora bisogna che a questi casi pensi la legge". Ncd: "Non permetteremo alcuna legislazione in materia". Fi: "E' un golpe, intervengano Orlando, Csm e Napolitano"

(Xinhua)
(Xinhua)

L'omogenitorialità è "una genitorialità 'diversa' ma parimenti sana e meritevole di essere riconosciuta in quanto tale". Con sentenza depositata il 30 luglio 2014 e riportata sul portale giuridico 'Articolo29.it, il Tribunale per i minorenni di Roma ha riconosciuto a una bambina il diritto a essere adottata dalla compagna della mamma biologica e a prendere il doppio cognome. Si tratta del primo caso in Italia e di una grande svolta per le famiglie omogenitoriali.

In senso contrario al riconoscimento della bigenitorialità vi sarebbe soltanto, infatti, un "convincimento diffuso in parte della società, esclusivamente fondato, questo sì, su pregiudizi e condizionamenti cui questo Tribunale, quale organo superiore di tutela dell'interesse superiore del benessere psico-fisico dei bambini, non può e non deve aderire".

Le due donne esprimono la loro soddisfazione attraverso il legale Maria Antonia Pili: "Siamo felici, questa è una sentenza per i bambini. Speriamo possa servire a chi vive una situazione come la nostra". "L'interpretazione che è stata fatta della norma è semplice e di apertura - commenta all'Adnkronos l'avvocato e presidente di Aiaf (Associazione italiana degli avvocati per la famiglia e per i minori) del Friuli Venezia Giulia - è stata data la giusta interpretazione. La sentenza ha dato veste giuridica a una situazione già esistente".

"Non si è trattato dunque - spiega ancora - come ben argomenta sul punto la sentenza, di concedere un diritto ex novo, ovvero di creare una situazione prima inesistente, bensì di garantire nell'interesse di una minore la copertura giuridica a una situazione di fatto già consolidatasi da anni. In buona sostanza il Tribunale per i minorenni di Roma ha correttamente interpretato la 'norma di apertura' contenuta nella Legge sull'Adozione riconoscendo così diritti e tutela giuridica anche a quei cambiamenti sociali e di costume che il Legislatore ancora fatica a considerare nonostante le sempre più diffuse e pressanti rivendicazioni dei moltissimi soggetti interessati".

LE REAZIONI - A stretto giro le reazioni. "La magistratura ha aperto la strada; ora bisogna che a questi casi pensi la legge" dichiara il sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto. ''Il pratico risultato della sentenza - aggiunge il sottosegretario - è che una bambina di cinque anni ha come genitori legali le stesse persone che si sono prese cura di lei con affetto e consapevolezza fin dal momento della sua nascita e non corre il rischio di vedere spezzare il proprio legame affettivo e il proprio rapporto educativo nel caso della perdita del genitore biologico o del termine del rapporto affettivo tra i due genitori".

''Sono migliaia le 'famiglie Arcobaleno' a cui questa sentenza apre una speranza - prosegue Scalfarotto - e non è giusto che per vedere riconosciuti i diritti loro e dei loro figli esse debbano necessariamente rivolgersi alla discrezionalità e al buon senso di un giudice. Non è proprio il caso di alzare barricate ideologiche su una procedura di civiltà e di buonsenso. Dal governo al Parlamento - conclude - le istituzioni democratiche devono cogliere con celerità la lezione impartitaci dai magistrati''.

Il portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo, chiede al premier Matteo Renzi di prendere "seriamente in considerazione la sentenza. La proposta di legge del governo annunciata da Renzi per riconoscere i diritti delle coppie lesbiche e gay dovrà tenerne conto. Si tratta di una sentenza rivoluzionaria e storica per l'Italia, unico Paese in Europa che ancora non ha una legge sulle coppie gay e che, ogni volta che si parla di figli, pone veti che si rivelano infondati, sia negli altri Paesi che per la giurisprudenza italiana. Questa sentenza è un monito per tutti quei politici che tengono bloccato il Paese sui diritti civili".

Si tratta di una sentenza "storica" anche per Franco Grillini, presidente di Gaynet Italia, "sia per il riconoscimento dei diritti del minore al consolidamento delle proprie relazioni familiari ed affettive sia per la coppia che di fatto viene riconosciuta come tale nella sua potestà genitoriale estesa ad entrambe le partner".

Di tutt'altro avviso Forza Italia. Di "vero e proprio colpo di stato contro il potere legislativo del Parlamento e contro la Costituzione democratica" parla il senatore Lucio Malan che chiede l'intervento del ministro della Giustizia, del Consiglio Superiore della Magistratura e del Capo dello Stato. Rincara Maurizio Gasparri: "La decisione di affidare una bambina a due madri è un reato per il quale denunceremo i magistrati golpisti".

All'attacco anche Ncd. "La sentenza del Tribunale dei minorenni di Roma sul primo caso di 'stepchild adoption' in Italia è sconcertante, oltre ad avere chiari profili di incostituzionalità - dichiara il deputato e portavoce nazionale Ncd, Barbara Saltamartini - Così facendo si autorizzano implicitamente per vie giudiziarie, e si legittimano, non solo le adozioni gay ma anche la pratica del mercato degli uteri in affitto e della fecondazione eterologa". "Avviso ai naviganti - conclude Saltamartini - sia chiaro che non permetteremo alcuna legislazione in materia nel Parlamento italiano".

A intervenire è inoltre Ignazio La Russa, deputato di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: "Come volevasi dimostrare, torna di immediata e grande attualità la mia proposta avanzata nello scorso mese di luglio di inserire in Costituzione il divieto di adozioni per le coppie dello stesso sesso unita alla già presente norma che prevede che il matrimonio può avvenire solo tra persone di sesso diverso".

La decisione del Tribunale per i minorenni di Roma viene accolta con "preoccupazione" dalla Chiesa. Per Monsignor Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina già assistente ecclesiastico generale di Azione Catttolica ora segretario della Commissione episcopale per le Migrazioni della Cei, interpellato dall'Adnkronos, "siamo davanti a un precedente pericoloso. I bambini hanno il sacrosanto diritto di avere una mamma e un papà. Non si può neanche lontanamente pensare che due donne o due uomini abbiano un figlio. Così snaturiamo il corso della vita".

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