Il Movimento annuncia che utilizzerà il processo per riportare alla ribalta internazionale il caso del 'Territorio Libero di Trieste', dove sarebbero "violati i diritti dei cittadini"
Roberto Giurastante, tra i fondatori del Movimento Trieste Libera, e altri 18 attivisti sono indagati dalla Procura della repubblica del capoluogo giuliano. Il sostituto Federico Frezza ha ipotizzato nei loro confronti i reati di violenza privata, adunata sediziosa e manifestazione eversiva, in seguito alla manifestazione del 10 febbraio scorso al Porto.
Quel giorno, circa 400 manifestanti avevano presidiato due varchi di accesso al Porto, contestando presunte speculazioni legate al riutilizzo dell'area e chiedendo l'applicazione dello status internazionale di 'Territorio Libero di Trieste', non soggetto a sovranità e tassazione da parte dello Stato italiano, così come previsto dai trattati del 1947.
Il Movimento ritiene le accuse sollevate dalla Procura triestina "prive di fondatezza", poiché la manifestazione era stata "preannunciata ed era quindi legittima". E ritiene anche che "in democrazia si possa contestare legittimamente la sovranità dello Stato italiano su Trieste". Il Movimento annuncia che utilizzerà il processo per riportare alla ribalta internazionale il caso del 'Territorio Libero di Trieste', dove sarebbero "violati i diritti dei cittadini".