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Troppe piogge e poco sole in Valpolicella, anno nero per l'Amarone

02 settembre 2014 | 19.08
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Il responsabile vitivinicolo di Coldiretti Veneto all'Adnkronos: "Ce ne sarà meno sul mercato ma verrà salvaguardata la qualità". Il maltempo ha portato umidità sul terreno e non ha aiutato la metabolizzazione delle foglie e il raggiungimento della gradazione zuccherina che serve all'uva

(INFOPHOTO)
(INFOPHOTO)

Amarone 'annacquato' dalle frequenti piogge. Conseguenza: annata 'nera' per il pregiato rosso che nasce dalle uve della Valpolicella, in provincia di Verona. Il vino è una delle illustri vittime delle anomalie climatiche che a luglio e agosto hanno provocato molta pioggia e dosi di sole insufficienti.

Secondo il Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella e Coldiretti Veneto si stima che la produzione del pregiato rosso per l'annata 2014 diminuirà drasticamente.

"Con il clima di luglio e agosto non abbiamo avuto un gran periodo estivo - spiega all'Adnkronos Giovanni Andrighetti, responsabile gruppo vitivinicolo Coldiretti Veneto - la produzione di Amarone diminuirà a causa delle condizioni climatiche che hanno caratterizzato quest'annata: ci sarà meno Amarone sul mercato ma verrà salvaguardata la qualità".

Meno uva per l'appassimento - Per ottenere questo risultato il Consorzio ha chiesto alla Regione di abbassare dal 65% previsto al 35% la quantità di uva da destinare all'appassimento per la produzione di Amarone. "Si tratta di circa un po' meno di 40 quintali di uva per ettaro destinati alla produzione, rispetto ai 120 quintali previsti dal disciplinare per ettaro" spiega Olga Businello, direttrice del Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella.

La richiesta, aggiunge, in parte è dovuta all'andamento climatico, con poche grandinate ma ripetute e frequenti piogge: "Una situazione climatica non favorevole per la perfetta e corretta maturazione secondo i valori storici delle uve, che ovviamente chiederanno al produttore di fare un'attenta cernita del prodotto".

I due mesi estivi infatti, spiega ancora la direttrice del Consorzio, "sono stati spesso caratterizzati da piovosità che porta umidità su foglie e suoli che non agevola la metabolizzazione e il raggiungimento della gradazione zuccherina necessaria dell'uva".

Scelta economico-politica - L'altro aspetto che ha portato alla richiesta di ridurre la quantità di uva da destinare all'appassimento per la produzione di Amarone "è di natura economico-politica", prosegue Businello. "Il nostro Consorzio è chiamato dalla normativa nazionale a gestire l'equilibrio fra domanda e offerta. Questo significa che anche se l'Amarone prodotto dalla vendemmia 2014 entrerà in commercio minimo tra due anni dobbiamo fare l'analisi delle vendite attuali e della giacenze nelle cantine: tolte le giacenze legate alle annate storiche pregiate e alle scelte aziendali di mantenere le annate più importanti in cantina, valutando l'andamento, abbiamo considerato che la produzione è elevata rispetto a quella che potrebbe essere la domanda e l'equilibrio dei prezzi".

L'Amarone infatti, ricorda ancora Businello, ha un prezzo elevato perché "costa produrlo dal momento che è un vino che resta in cantina dai due ai tre anni dopo la vendemmia e richiede particolare accorgimento in fase di appassimento e vinificazione".

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