Era stato ricavato in un vano adibito a cantina-scantinato ed era fornito da energia elettrica, con due prese d’aria che davano all’esterno. All'interno c'erano due reti metalliche, di cui una con materasso, un comodino e una sedia
I carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, con il supporto degli specialisti dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria, hanno rinvenuto un sofisticato bunker, ampio sei metri quadrati, al quale si accede da una botola costituita da un blocco di cemento armato che scorreva su due binari. Il sito si trova nelle campagne al limite dei territori tra Rosarno e Gioia Tauro e precisamente sul IV Stradone di località Bosco di Rosarno.
L’abitazione interessata alle perquisizioni è stata della famiglia Mulè, che tra le sue file annovera un ex latitante, sfuggito alla cattura per due anni, agli inizi del Duemila, nell'operazione 'Tempo'.
Il bunker era stato ricavato in un vano adibito a cantina-scantinato ed era fornito da energia elettrica, con due prese d’aria che davano all’esterno. All'interno c'erano due reti metalliche, di cui una con materasso, un comodino e una sedia; tutto il necessario evidentemente, rilevano gli investigatori, per passare una “comoda” latitanza soprattutto nelle ore notturne.
