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Usa: Truman, improbabili svolte in economia dopo vittoria repubblicana

05 novembre 2014 | 19.34
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"Non sono da aspettarsi cambiamenti drammatici nelle scelte macroeconomiche degli Stati Uniti: finche' Obama resta presidente non dovrebbero esserci grandi svolte, ma possibili accordi bipartisan su alcuni temi". Cosi' Edwin Truman, economista del Peterson Institute for International Economics, commenta il nuovo panorama politico aperto dalle elezioni di midterm, con la maggioranza repubblicana in entrambi i rami del Congresso.

Edwin Truman - (Peterson Institute for International Economics)
Edwin Truman - (Peterson Institute for International Economics)

"Non mi aspetto cambiamenti drammatici nelle scelte macroeconomiche degli Stati Uniti, saranno possibili aggiustamenti sul fronte normativo, ma finche' Obama resta presidente non dovrebbero esserci grandi svolte". Cosi' Edwin Truman, economista del Peterson Institute for International Economics, commenta il nuovo panorama politico aperto dalle elezioni di midterm, con la maggioranza repubblicana in entrambi i rami del Congresso.

"Un'area dove ci potrebbero essere evoluzioni è quella del commercio internazionale, soprattutto per quanto riguarda l'accordo Ttip con l'Unione Europea" spiega all'Adnkronos Truman, un passato di vice-segretario al Tesoro nell'amministrazione Clinton ma anche con esperienze all'Fmi e alla Federal Reserve.

Lo studioso si dice anche "moderatamente fiducioso sulla possibile approvazione riforma della governance" del Fondo Monetario, riforma varata nel 2010 e che punta a rafforzare il peso dei Paesi emergenti a scapito dell'influenza Usa. "L'amministrazione Obama - ricorda - ha fatto molte pressioni su questo punto, il Congresso e' ben informato, e sono piuttosto ottimista" sul via libero del Congresso, spiega l'economista.

'Possibili accordi bipartisan, Obama sarà piu' cauto'

Nel quadro dei nuovi equilibri nel Congresso, l'economista non esclude "sostegno bipartisan su alcuni interventi, o almeno con il voto di alcuni democratici" mentre si dice dubbioso su eventuali forzature di Obama in materia economica: "Il nostro e' un sistema di potere complicato, ci sono cose che il presidente puo' decidere da solo e altre no". Obama, aggiunge, "su alcune aree ha gia' fatto arrabbiare i repubblicani, penso che da ora in poi il suo uso del suo potere sara' piu' cauto".

Quanto all'altra grande istituzione di Washington - la Federal Reserve - Truman osserva come la banca centrale "in un certo senso e' messa bene, avendo gia' posto fine al Quantitative Easing: sarei sorpreso se i repubblicani facessero pressioni per un rialzo dei tassi prima del previsto". D'altronde, osserva ironicamente, "quando la Fed annuncera' l'aumento ci saranno critiche da entrambe le parti".

"La Fed al massimo potrebbe essere sotto pressione sul fronte normativo: ecco potrebbero esserci modifiche su una legge importante come la Dodd-Frank (la riforma di Wall Street voluta dalla Casa Bianca) ma - conclude - non ci scommetterei piu' di tanto".

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