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Trump condannato per abusi sessuali, i dubbi dei repubblicani sull'eleggibilità

10 maggio 2023 | 11.35
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Dibattito aperto tra i senatori in vista delle primarie per la nomination alla Casa Bianca

Afp
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La condanna di Donald Trump per aggressione sessuale e diffamazione, nel processo civile di New York riavvia il dibattito tra senatori repubblicani sull'eleggibilità dell'ex presidente che è saldamente in testa nei sondaggi delle primarie repubblicane per la nomination alla Casa Bianca. "Un verdetto del genere non è certo un punto nella lista dei pro", afferma il senatore Kevin Cramer, sottolineando che i problemi giudiziari di Trump - che non si limitano a questo processo ma comprendono altri procedimenti ed inchieste di natura penale - potrebbero essere "sicuramente" un problema nelle elezioni generali.

Ancora più significativo, il giudizio del senatore John Thune, numero due della minoranza repubblicana al Senato: "E' l'effetto cumulativo - afferma riferendosi appunto al numero dei casi ed inchieste con cui deve fare i conti Trump - la gente dovrà decidere se vuole fare i conti con tutto questo dramma". "Il fatto è che non credo che possa vincere la presidenza", è la posizione netta di John Cornyn.

"A prescindere da quello che pensi di lui come individuo per me l'eleggibilità è l'unico criterio valido", aggiunge il senatore del Texas per il quale Trump è concentrato sul suo elettorato ma non "su un più ampio spettro di elettori". "Ha una solida base ma non si vincono le elezioni solo con la propria base - ragiona Cornyn -, per questo credo che non possa essere eletto".

Tra i senatori che avanzano dubbi su Trump, c'è poi chi indica la gravità dell'accusa per la quale è stato condannato, anche se solo in sede civile e non penale: il senatore Mike Rounds afferma che per lui "sarebbe difficile" sostenere come candidato presidenziale qualcuno condannato per aggressione sessuale.

Il senatore repubblicano non esita ad indicare la necessità di trovare un candidato alternativo a Trump: "Dobbiamo concentrarci a cercare un individuo che guidi il partito in avanti con un metodo unitario". Anche Bill Cassidy considera il verdetto preoccupante: "come non potrebbe fare altro che provocare preoccupazione?".

Scontata la posizione di Mitt Romney, l'ex candidato alla Casa Bianca da sempre nemico di Trump: "La giuria lo ha considerato colpevole di aggressione sessuale ed ha stabilito 5 milioni di risarcimenti, spero che la giuria del popolo americano raggiunga la stessa conclusione su Donald Trump".

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