(Adnkronos Salute) - Lo studio sulla diagnosi precoce è stato compiuto in Veneto dove i programmi di screening colon-rettale sono stati avviati dalle diverse Ulss dal 2002 al 2009. Le persone tra i 50 e i 69 anni sono state invitate a sottoporsi ogni due anni al test del sangue occulto nelle feci. Nel corso degli otto anni dello studio sono state coinvolte complessivamente oltre 600.000 persone. Ebbene, nell'intero periodo di osservazione, con lo screening precoce si è registrata una riduzione di mortalità, già riscontrabile a 2-4 anni dall'avvio del programma, quantificabile attorno al 25% su base decennale. Infatti, il tasso di mortalità è sceso da 45,7 decessi per 100.000 persone a 36,2.
Tornando al censimento, le regioni con il maggior numero di letti dedicati alla gastroenterologia, tra settore pubblico e privato, sono la Valle d'Aosta (117 posti-letto), la Liguria (82,3) e l'Umbria (71,7). Il numero di strutture sanitarie pubbliche con letti dedicati alla gastroenterologia varia da nessuna, come si registra in Molise, a 19 come accade in Lombardia. Passando all'ambito privato, sono solo cinque le regioni che hanno strutture private con letti dedicati alla gastroenterologia: Emilia-Romagna, Lombardia, Puglia, Sardegna e Sicilia. La proporzione pubblico-privato varia in queste regioni da 16 a 1 come accade in Emilia-Romagna a 4 a 1, come si registra in Sardegna. Nel complesso il numero di posti letto per il ricovero ordinario varia da cinque in Friuli Venezia-Giulia a 256 in Puglia. Sul totale i posti letto per day hospital variano dal 6% in Umbria al 40% in Calabria.
"Riteniamo - conclude Buscarini - che sarebbe necessario un aumento del numero di questi specialisti e dei posti letto dedicati alla gastroenterologia nel nostro sistema sanitario: una misura da sviluppare non con nuove voci di spesa, ma attraverso una più efficiente distribuzione di quelle disponibili".