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Tumori: Aigo su cancro colon, screening salva 1 paziente su 4

21 marzo 2014 | 12.54
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Roma, 21 mar. (Adnkronos Salute) - Lo screening effettuato dal gastroenterologo può ridurre del 25% la mortalità per tumore del colon retto: lo dimostra uno studio presentato da medici dell'Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri (Aigo) oggi a Napoli, che conferma l'importanza della diagnosi precoce. Inoltre, il numero dei gastroenterologi in Italia è insufficiente: è pari solo a un decimo di quello necessario, mentre le malattie dell'apparato digerente, con oltre 1.500.000 ricoveri l'anno, sono la prima causa di ospedalizzazione nel nostro Paese. Questi i dati emersi dal primo censimento di questi specialisti in Italia.

Secondo il censimento, nel Belpaese sono operativi 1.425 gastroenterologi ed endoscopisti. Sono presenti, inoltre, 174 unità operative di gastroenterologia per un totale di 2.062 posti letto. Per milione di abitanti sono quindi disponibili 34 posti letto in gastroenterologia. "Si tratta di un numero insufficiente - sottolineano gli autori dell'indagine - pari a solo un decimo di quanto effettivamente necessario". Queste ricerche sono protagoniste, insieme ai più avanzati strumenti diagnostici e alle più recenti terapie contro le patologie dell'apparato digerente, del 20esimo Congresso nazionale delle malattie digestive, organizzato dalla Federazione italiana società malattie dell'apparato digerente (Fismad) in collaborazione con Aigo.

"Il dato sull'importanza dello screening del tumore del colon retto - sottolinea Elisabetta Buscarini, presidente dell'Aigo - è indicativo della centralità della figura del gastroenterologo nella prevenzione delle malattie dell'apparato digerente, di cui questa neoplasia è una delle più gravi rappresentando il tumore più diffuso in Italia: è, infatti, competenza del gastroenterologo intervenire per eliminare quei polipi, non ancora maligni, che, se trascurati, successivamente possono trasformarsi in forme tumorali". Sono stati presentati anche i dati di una ricerca Aigo che analizza la diffusione e la cura della stipsi in Italia, patologia che genera una spesa di 200 milioni di euro direttamente dalle tasche degli italiani. (segue)

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