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Tumori: il saluto di Bonadonna all'Int Milano, medici pensino come i malati (2)

07 febbraio 2014 | 18.40
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(Adnkronos Salute) - Bonadonna, ricorda l'oncologo Alessandro Massimo Gianni, "ha fatto parte di un manipolo di visionari che hanno rivoluzionato l'oncologia. Nel 1982 mi ha dato l'entusiasmo e la forza che mi hanno portato a scegliere di partire per Seattle con due gemelli di pochi mesi a Milano, a fare le guardie di notte con la neve, a rinunciare a un posto universitario in Italia". Erano gli anni d'oro dell'Int, i tempi di Bonadonna e di Umberto Veronesi che rivoluzionò la chirurgia per il tumore al seno con la tecnica 'conservativa' della quadrantectomia.

"Con il suo carattere Bonadonna è diventato un gigante della medicina e, dopo la malattia, ha affrontato cadute e risalite - spiega il direttore scientifico dell'Int Marco Pierotti - Nell'atrio del Memorial Sloan Kettering Cancer Center, sotto i busti dei fondatori, campeggia una scritta: 'Entro queste mura pochi lavorano incessantemente perché molti possano vivere'. Bonadonna ha messo in pratica questo slogan. Ha salvato migliaia di vite". Vite come quelle di una paziente che oggi racconta: "Quando sono entrata, giovanissima, all'Istituto tumori per una malattia, pregavo di poter vedere mio figlio diventare grande. Grazie a Bonadonna ho potuto vedere anche i miei nipoti". Negli ultimi 20 anni "chi ha amministrato la sanità pubblica nella nostra Regione non ha saputo o forse non ha voluto valorizzare il patrimonio" rappresentato dall'Istituto, commenta Livia Bedodi della Rappresentanza sindacale unitaria, ricordando che Bonadonna nel libro premio Pulitzer 'L'imperatore del male' viene descritto come "capace di smuovere la terraferma dell'oncologia".

Con Bonadonna, aggiunge l'oncologa Franca Fossati Bellani, è nata "la pediatria oncologica" all'Int "e non ho mai dimenticato quello che diceva: di accettare ogni piccolo paziente che avrebbe bussato alle porte del reparto. Conservo ancora la lettera che mi ha scritto quando sono diventata responsabile e l'ho riletta tante volte, anche nei momenti più difficili mi ha rimotivato". Ora, sottolinea il direttore generale dell'Irccs Gerolamo Corno, "è tempo di proseguire sulla strada tracciata da Bonadonna e fare nostro il suo slogan: "Sono del segno del leone e non mi arrendo facilmente". I suoi 50 all'Int, in lotta contro il cancro, sono fotografati in una targa consegnata all'oncologo: 1964-2014, a Bonadonna "insigne medico e ricercatore, padre dell'oncologia italiana, con viva gratitudine".

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